Maries Georges Jean Melies – L’invenzione del mondo

Creato il 21 marzo 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

MARIES-GEORGES-JEAN MELIES (Parigi,8 Dicembre 1861- 21 Gennaio 1938)

Tutti sono a conoscenza che la prima sala cinematografica venne realizzata dai fratelli Lumiere nel 1895 al Gran Cafè del Boulevard des capucines a Parigi. Sono celebri le immagini che riprendono il cancello della fabbrica della famiglia Lumiere e l’arrivo del treno in stazione, scene di vita quotidiana quindi; ma il primo a sfruttare le potenzialità espressive del cinema, fu l’illusionista e prestigiatore francese Maries- Georges- Jean Meliès.

Proprio lui, direttore di una sala adibita a spettacoli di magia (il Teatro Robert- Houdini), comprese subito ciò che non avevano mai afferrato i fratelli Lumiere: la dimensione fantastica e spettacolare di questo rivoluzionario strumento di comunicazione. Lo spettacolo che si contrappone alla registrazione quindi, la fantasia alla documentazione, l’immaginazione all’osservazione: porre una macchina da presa davanti un qualcosa o un qualcuno è cosa ben diversa dal bloccare una ripresa per poi riavviarla senza spostare la macchina. E cosi che Meliès è riuscito a far sparire e riapparire magicamente una signora nel 1896 (“Escamotage d’une dame chez Robert Houdin”) o a moltiplicare lo stesso oggetto nel 1900 (“L’homme orchestre”). Non solo assorbimento del reale, ma distorsione, invenzione, questa è la funzione del cinema per Meliès, nato per fugare le certezze ed evolversi in molteplici linguaggi. Dall’ esperimento ottico a film ispirati alle farse teatrali, alla fiabe e al circo. Ruba, attinge da dove può Meliès, per tramutare tutto in immagini meravigliose; non regge a lungo ai gusti del pubblico, complici anche le vendite delle proprie pellicole agli esercenti, cade in miseria, perde il suo teatro, si ritrova a vendere giochi e dolci alla Gare Montparnasse. Ma viene salvato da un’ ex attrice che lo sposerà.

Sperimentatore inesauribile e genio universalmente riconosciuto (gli fu concessa dalla Francia, nel 1931 la Legione d’onore), Meliès ha alternato film brevi all’inizio e più complessi successivamente con una grande fiducia nella cultura con cui si era formato, quella del progresso e della scienza, questo audace ed ottimista artista che ha sublimato il cinematografo dei Lumiere, accolse pienamente la lezione filosofica positivista in atto nell’Ottocento : il dominio della natura, la razionalizzazione della storia, ma attraverso il cinema, strumento della scienza.

Si percepisce una certa mania di onnipotenza, forse anche ingenua ma di sicuro giustificata in Meliès (e anche in altri cineasti ovviamente), considerato il periodo storico dove ogni uomo cercava di capire quale fosse il suo posto nella natura, essendo la realtà perfettamente conoscibile ed oggettiva.

Filmografia

Georges Meliès è stato anche il primo cineasta a girare quella che può essere chiamata la prima fiction ,di undici episodi di un minuto ciascuno ,della storia del cinema: “L’Affaire Dreyfus”, (il regista era sostenitore del capitano Alfred Dreyfus), una sorta di cronaca/documentario politico. Ma sicuramente tutti abbiamo impressa nella mente la visione della luna , il cui occhio è colpito da un razzo nel più grande successo di Meliès, “Il viaggio nella luna” del 1902, che vede tra gli interpreti lo stesso cineasta nel ruolo di un Professore. Lo stesso anno vede la luce anche “L’incoronazione di re Edoardo VII”dove M. inventa un’attualità ancora non esistente. Tra film favolistici e avventurosi come “Cendrillon”, “Le petit chaperon rouge” (“Cappuccetto rosso”), “I viaggi di Gulliver” e trasposizioni di testi teatrali come “La dannazione di Faust” del 1903, M. prende spunto anche dalla fantascienza vera e proprio di Jules Verne realizzando “Viaggio attraverso l’impossibile” del 1904 oltre al già citato “Viaggio nella luna” e “Duecentomila leghe sotto il mare” Fino ad arrivare all’ambizioso “La civiltà attraverso le epoche” del 1907 e “Alla conquista del Polo” del 1912.

Georges Meliès ha girato da regista più di 90 film, alcuni anonimi, elementari, persino grezzi, altri con un impianto narrativo rudimentale ,ironici, spiritosi, ma con una cifra ben chiara e riconoscibile che pare anticipare Freud e il suo celebre “L’interpretazione dei sogni”: Questa è la linea che separa l’inventore illusionista Meliès dagli osservatori Lumiere.

di A. Grasso


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