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Mario monti : l’europeista che vorrebe far crescere l’italia

Creato il 11 novembre 2011 da Madyur
Mentre il mercato crolla , dopo le dimissioni obbligatorie di Berlusconi , Napolitano ha dato un segnale all’Europa: nominare senatore a vita Mario Monti.
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Al presidente lo lega una familiarità europea ( Napolitano fu europarlamentare dal 1999 al 2004, durante il secondo mandato di Monti a Bruxelles) e i due hanno hanno un’altra cosa in comune : l’aplomb e lo stile pacato. Se Monti dovrà firmare il nuovo governo , sarà finita quella commedia all’italiana che lui deprecava il 14 luglio scorso.
IL pericolo che Monti percepiva dai mercati finanziari era urgente e grave. Fino al messaggio effettuato il 23 settembre a Genova “Non partecipo al dibattito sui governi tecnici però credo che una certa conoscenza dei problemi non guasti”.
Nessuno ha una “conoscenza dei problemi” come Monti , con un curriculum così ben assortito. Laureato alla Bocconi nel 1965, specializzato all’Università di Yale studiando col Nobel dell’Economia James Tobin (Quello della Tobin Tax) , Monti si fa rispettare come giovane economista fin dal suo ritorno in Italia per la sua competenza su moneta, banche, finanza.
Nella sua parte della sua carriera si fa notare per il suo carattere sobrio , la pacatezza dei modi , e il coraggio di prendere in contropelo i vizi nazionali : si guadagna la fama di governatore ombra della Banca d’Italia perché osa contestarne alcune politiche. La sua caparbietà e sua testardaggine altri punti a suo favore.
A Bruxelles Monti sfodera un profilo tecnico al 100%, prima nominato da Berlusconi nel 1995 e poi confermato da D’Alema nel 1999. Come commissario , prima al mercato interno , Monti osa sfidare Bill Gates , in una dura battaglia Antitrust. Nella fase degli esami di Maastricht gli interventi suoi su Roma  Monti frusta Roma perché raggiunga il traguardo.
Cerca di offrire ai leader europei il volto di un Italia diversa. Credibile. Capace di mantenere gli impegni presi . La passione europea diventa per lui una sublimazione del patriottismo nazionale. Oggi Monti pronuncia parole particolari “La pressione fiscale si è spostata sproporzionatamente sul redito da lavoro e d’impresa , alleggerendosi invece sulle rendite finanziarie”. Inoltre ripete quello che si ripete spesso a questo governo “Il problema è la crescita”.
Non soffre il patto Franco – tedesco , è sempre avuto incarichi di alto livello e non ha complessi d’inferiorità. Sa , però, che è colpa nostra del punto a cui ci troviamo. E’ scattato quando Berlusconi ha dato colpa all’euro per la crisi dell’Italia. Il suo compito se ci glielo chiederanno, è di togliere l’Italia dal baratro.

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