quella di molte coppie omosessuali italiane che, non potendo sposarsi o avere figli in Italia, hanno dovuto superare le frontiere per coronare il loro sogno di creare una famiglia. «La legge sulla procreazione assistita in Italia, infatti, non permette a coppie dello stesso sesso di accedervi e per questo siamo andate all’estero, a Copenaghen». La scelta di fare un figlio non è stata certo presa su due piedi.
Ed è proprio il rapporto con le istituzioni a costituire uno dei più grossi coni d’ombra per queste famiglie. Elena Martignoni, responsabile lombarda delle famiglie arcobaleno, ricorda come «i nostri figli sono identici a tutti gli altri ma non per lo Stato». Ad esempio, ricorda Martignoni, «se per una qualche disgrazia la madre biologica dovesse morire, il figlio diventerebbe orfano perchè l’altra madre non è in alcun modo riconosciuta dalla legge». O ancora, «la mia compagna dovrebbe avere una delega per prendere all’asilo i nostri figli» ma per fortuna la lungimiranza degli educatori e della società supera le restrizioni delle istituzioni.
E riguardo alla recente sentenza della corte costituzionale «siamo felici, ma certo questo non cambia la nostra situazione, almeno fino a quando non sarà il parlamento a muoversi». Ma anche se il legislatore è fermo, il piccolo Alessandro non smette di muoversi. Proprio come tutti gli altri bambini.
( Da Varesenews)