Un sorriso.
Lo ricordo ancora, poche parole. Non erano necessarie le chiacchiere, bastava un suo sorriso per essere a casa.
Per dieci anni, lunghissimi, avevamo perso quel sorriso.
D' un tratto non c'erano più nè le parole, nè i sorrisi, erano occhi, blu, persi, tristi e malinconici. Era intimorita da tutti quei volti che Lui le aveva reso degli estranei. Ed era indifesa, come un bimba, come noi quando lei ci prendeva per mano.
D' un tratto erano pianti di smarrimento e di tristezza, ché probabilmente lei quei volti li amava ancora, ma non sapeva dar loro un nome e se ne disperava. E allora vagava, prendeva la porta a cercar la sua via, la sua casa e restava smarrita in una città che, in fondo, non era la sua.
Poi un giorno si riprese, si alzò. Tornò quel sorriso, pieno di amore, pieno di affetto, tornò a scaldare il cuore di tutti. Tre mesi per riprenderci ciò di cui Lui ci aveva privato, tre mesi di totale pienezza, tre mesi di lei.
E poi l' amore. Un amore che ti lascia col fiato sospeso, per sempre, che non si risolve mai se non in se stesso. Mani, occhi, orecchi, sensi tutti, settanta meravigliosi anni insieme. Loro, eternità.
Perchè lei era così, stravolgeva le vite di tutti, ti lasciava disarmato, ti rapiva, e le bastava sorridere per farlo.
Ciao Mariù