Mark Lynas specialista dei cambiamenti climatici, giornalista e scrittore (molto noto il suo libro "Sei gradi. La sconvolgente verità sul riscaldamento globale") è consigliere del governo delle Maldive (uno degli Stati più a rischio di sparizione a causa dell’innalzamento del livello del mare).
Già in occasione della conferenza Energy Choices organizzata lo scorso anno dalla Nuclear Industry Association (NIA) britannica, Lynas aveva lanciato una dura accusa alla lobby anti-nucleare, e in particolare allo zoccolo duro degli ecologisti anti-nucleari, da lui definiti «prigionieri del loro passato».
Oggi, torna a parlare di nucleare in una trasmissione televisiva inglese: What the Green Movement Got Wrong. In questo contesto, diversi ecologisti hanno spiegato i motivi della loro conversione da oppositori a sostenitori del nucleare: fra loro anche Patrick Moore, uno dei fondatori di Greenpeace, e Adam Werbach, ex presidente dell'associazione ambientalista americana Sierra Club.
Lynas riassume così i motivi del suo dietrofront: «Più conosco l'energia nucleare, meno ne sono spaventato. Non sono mai stato un attivista particolarmente antinuclearista e tendevo solo ad accettare la convinzione generale che l'energia nucleare fosse non sicura e non necessaria. Ma ho cambiato idea di fronte al suo enorme potenziale di produrre elettricità senza rilasciare anidride carbonica. Non possiamo farne a meno se vogliamo seriamente contrastare i cambiamenti climatici».
Secondo Lynas, una delle cause più forti della paura del nucleare è lo shock di Cernobyl. Ma sono timori infondati: «È stato un incidente terribile. Non deve accadere mai più e infatti è molto improbabile che accada ancora: quello era un reattore pericoloso, niente del genere è mai stato costruito in Occidente».
Anche sulla necessità dell'energia nucleare Lynas è in controtendenza rispetto a molto ecologisti che vorrebbero affidarsi solo alle fonti rinnovabili: «L'energia nucleare e quella da fonti rinnovabili sono totalmente compatibili. Abbiamo bisogno di grandi quantità di entrambe per liberare il mix energetico da petrolio e carbone e quindi fare qualcosa per contrastare i cambiamenti climatici. Senza contare che la crescente diffusione di veicoli e di riscaldamenti elettrici aumenterà il fabbisogno energetico in tutta Europa». Perciò «per la maggior parte dei Paesi europei la strada da seguire passerà per una combinazione fra nucleare, solare ed eolico e per una maggiore efficienza energetica».
In definitiva, «nessun partito politico può permettersi di essere contro il nucleare». Neanche i Verdi.