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Mark millar si interroga su quale sia il mercato di fumetti più florido del mondo e, nel farlo, rivela interessanti particolari sul trattamento economico degli autori

Creato il 28 ottobre 2014 da Comixfactory

MARK MILLAR SI INTERROGA SU QUALE SIA IL MERCATO DI FUMETTI PIÙ FLORIDO DEL MONDO E, NEL FARLO, RIVELA INTERESSANTI PARTICOLARI SUL TRATTAMENTO ECONOMICO DEGLI AUTORI

Mark Millar


Qual è il più grande mercato di fumetti del mondo? O meglio, in quale nazione del globo i fumetti fanno registrare i più alti picchi di vendite? A porre, e porsi questa domanda, è Mark Millar. Lo scrittore scozzese sulle pagine del suo forum pone questo interrogativo ai suoi lettori, e lo fa articolandolo in due diversi aspetti di eguale interesse:
"Sono molto curioso a riguardo entrambi questi aspetti del mercato del fumetto... 1/ Qual è l'andamento dei comics nel mercato globale 2/ e qual è quello dei fumetti in generale. 
A esempio so che nelle Filippine c'è un mercato fortissimo per le produzione nazionali, il che è ottimo, e Singapore sta facendo registrare un boom enorme riguardo il fumetti americani, e questo perché la forte diffusione di strumenti elettronici favorisce l'acquisto delle edizioni digitali senza impattare troppo sui costi di vendita. Ricordo anche che da ragazzino sentii dire che le vendite di Superman erano molto più alte in Germania che non negli States; così come ricordo che alcuni anni fa, quando mi recai a Barcellona, appresi che ciascun numero dell'edizione spagnola degli Ultimates, pubblicati in un albo simile a quello originale, superava le centomila copie, proprio come negli USA. E questo solo in Spagna. 
Insomma, sono curioso di sapere qual è il più grande mercato del mondo, e quale quello emergente. Escludendo il Giappone. SAPPIAMO che si tratta di un mercato enorme".

La domanda, inutile dirlo, è di quelle che affascinano gli appassionati di tutto il mondo. Essere al corrente delle "prestazioni" (ai botteghini, non fraintendetemi) dei propri beniamini è di sicuro la curiosità più malsana tra quelle che interessano ai lettori (e stando alla domanda posta da Millar, non solo!), diventando spesso argomento di discussione (e flame!) anche sui social network e nelle fumetterie. Basti pensare alle reazioni suscitate dalla pubblicazione dei dati di vendita dei fumetti Bonelli avvenuta qualche tempo su Fumettologica.

MARK MILLAR SI INTERROGA SU QUALE SIA IL MERCATO DI FUMETTI PIÙ FLORIDO DEL MONDO E, NEL FARLO, RIVELA INTERESSANTI PARTICOLARI SUL TRATTAMENTO ECONOMICO DEGLI AUTORI

Kick-Ass
illustrazione di John Romita Jr.


Vi confesso che, in genere, questi dati esercitano poco fascino su di me. La prestazione spesso non è rivelatrice della qualità di una serie. Un personaggio può avere una andamento delle vendite notevole anche grazie alla sua storia editoriale, quanto più lunga è questa più radicato il personaggio è nell'immaginario popolare e farà, escludendo le mode e tendenze del momento, meno fatica ad attirare vecchi e nuovi lettori. Per questo, negli USA come nel resto del mondo, il primo numero dell'ennesimo mensile di Batman farà meno fatica a imporsi all'attenzione di un pubblico più vasto di quanto non farà una serie dedicata a Lo Spettro (non a caso, la nuova serie con protagonista Lo Spettro ha come  testata Gotham by Midnight).
Poco più avanti nel corso della discussione Mark Millar rivela, però, cosa è davvero a muovere la sua curiosità, e (involontariamente?) spinge l'autore scozzese a rivelarci un aspetto davvero significativo del mercato statunitense; un punto cruciale che spiega perché così tanti autori, soprattutto quelli più affermati e amati dal grande pubblico, sono sempre più attratti dalla realizzazione di serie Creator Owned. Si parla, naturalmente, di trattamento economico e di royalties e in tal senso quanto spiega Millar riguardo il trattamento degli autori per le pubblicazioni estere dei loro lavori è davvero illuminante. Nel corso della discussione lo scrittore scozzese, infatti, spiega:
"Gli autori Statunitensi e Britannici spesso ignorano quante copie vendono i loro lavori in Europa. La DC Comics paga una percentuale davvero piccola su quello che percepiscono dalle pubblicazioni estere, mentre la Marvel non corrisponde nulla. Le royalties sono talmente basse che, anche su un titolo che è un evergreen, fai davvero a fatica a farci attenzione, giusto per mettere il discorso nella giusta prospettiva... il soldi percepiti dalle edizioni straniere dei soli primi otto numeri di Kick-Ass sono molti di più di quanto ho ricevuto complessivamente da Civil War, che è la cifra maggiore che, nello scorso decennio, nessuno abbia mai ricevuto dalla Marvel o dalla DC  per la realizzazione di sette numeri consecutivi. I  miei compensi stranieri per Nemesis o Superior sono più o  meno superiori a quelli che ho percepito per l'edizione statunitense di Civil War. Per questo per me è stato molto interessante quando ho appreso che l'edizione spagnola di Ultimates ha superato le centomila copie di venduto e sono curioso riguardo a tutte le informazioni di questo tipo". 

E questo credo sia un particolare davvero rivelante, spiega il perché del sempre crescente interesse che le pubblicazioni creator owned esercitano sugli autori  statunitensi e, va comunque sottolineato, quanto sia importante mettersi in evidenza al grande pubblico sui titoli mainstream prodotti da Marvel e DC Comics.


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