Parlando con conoscenti e amici, ho raccolto impressioni, pareri ed esperienze inerenti lo svolgimento della campagna elettorale in occasione delle recenti elezioni comunali.
Questa, non vuole essere un'analisi dal valore tecnico o scientifico, é un semplice rapporto, uno spaccato di realtá, che tuttavia, come in tante occasioni, offre spunti per riflessioni piú approfondite.
Le elezioni comunali, dal punto di vista di marketing, sono state disastrose.
Non mi sto riferendo a particolari liste o schieramenti, mi sto riferendo alla campagna elettorale nel suo insieme. Occorre innanzitutto chiarire che sto parlando di marketing per la politica e non di marketing nella politica; in particolare mi sto riferendo a ciò che i cittadini hanno percepito nei messaggi, dai discorsi, dai comportamenti e dalla comunicazione.
Ecco i risultati.
Il primo aspetto é che una bassissima percentuale conosceva l'esistenza delle varie liste, dei loro programmi e della loro composizione, ne conosceva una o due al massimo. Molti, poi, non sapevano dove trovare informazioni sulle liste stesse. Il 99% dei miei intelocutori si sono chiesti chi fossero i componenti la lista che avevano casualmente individuato. Infine - buffo se non fosse tragico - tutti si chiedevamo perché avrebbero dovuto votare l'uno a discapito dell'altro, nessuna discriminate é stata evidente.
Alla domanda "chi sono i candidati sindaco?" ... spesso il buio.
Basta questo per dire quanto siano stati inefficaci gli improvvisati comizi nelle piazze, gli interventi presso ristoranti e biblioteche, il volantinaggio.
Ma che cos'é mancato?
É mancata totalmente l'azione di marketing, che prima ancora di comunicare deve sapere con chi, dove, come, quando, perché, in che modo, con quali messaggi, con quali fini, in che tempi e in quali modi, per iniziare.
É mancato l'interesse per l'elettore ed i suoi bisogni é mancata la parte strategica del marketing politico che oggi basa la sua azione su tecniche raffinatissime. Quando poi si analizza la comunicazione, avvenuta principalmente per via epistolare o orale (vi sono canali molto più efficaci), la stessa é risultata primitiva, utilizzando addirittura canali e supporti totalmente inadeguati.
L'aspetto più macroscopico é rappresentato dal fatto che nessuna lista ha comunicato il valore per l'elettore.
I volantini erano intrisi di :" io sono, faremo, vogliamo fare, intendiamo proporre, ecc....." nulla, proprio nulla circa il vantaggio per il cittadino, leggendo i programmi il cittadino ha visto tanti vantaggi per gli eletti e nessuno per se, o giù di li.
Poi sono arrivate le elezioni e ovviamente ci sono stati i vicncitori, ai quali vanno i miei più sentiti auguri, tuttavia sembra proprio che gli elettori abbiano scelto la lista in base alle proprie idee e ideologie pregresse e non in base agli sconosciutissimi programmi proposti.
Il marketing politico é alla base delle elezioni del Presidente degli Stati Uniti o di qualsiasi altro presidente, é una disciplina che vede impegnati i più grandi manager strateghi della comunicazione e della socio-politica, qui non si vuole sostenere la necessitá di tale supporto, ma si vuole sottolineare quanto non sia stato considerato il parere del cittadino nella stesura dei programmi elettorali in occasione delle elezioni comunali.
Il marketing soddisfa i bisogni, saranno in grado i nostri neo eletti a soddisfare quelli dei cittadini senza conoscerli?
Troppo presto per dirlo, inoltre questa mia é solo una breve e certamente troppo superficiale analisi, il futuro ci fará sapere a proposito e ci saprá dire se tale analisi é stata davvero cosí superficiale.