Marmorini spiega i retroscena del progetto F14T e i perché del fallimento

Da F1news @F1Newsinfo
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Dopo le numerose critiche e attacchi subiti da più parti, Luca Marmorini ha deciso di parlare con Leo Turrini del progetto 059/3 e del perché la F14T è una vera e propria delusione in questa stagione.

Il tecnico, ormai fuori dalla Ferrari dopo il siluramento di Marco Mattiacci, ha deciso di mettere i puntini sulle “i” spiegando i retroscena che hanno portato al fallimento della F14T.

“Apro bocca in risposta, anche, ad una serie di provocazioni perché è stata fatta passare l’idea che tutti i guai della F 14 T sono colpa della power unit”, ha esordito Marmorini. “Vediamo di ristabilire la verità. Insieme ai miei collaboratori ho confezionato una power unit con certe dimensioni, cioè più piccola della versione Mercedes e anche della versione Renault, perché questo ci è stato chiesto dal responsabile del progetto della vettura, il signor Tombazis…”

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“Ci dissero: vogliamo una power unit molto compatta con radiatori piccoli, perché compenseremo la minore potenza con soluzioni aerodinamiche che ci garantiranno un vantaggio sulle monoposto spinte dal Mercedes e sulle monoposto spinte dal Renault. È andata esattamente così: solo che, quando ci siamo confrontati con la concorrenza, i cavalli in meno ovviamente c’erano, ma la compensazione da aerodinamica non esisteva assolutamente. È andata così e mi sarebbe piaciuto spiegarlo a Marco Mattiacci, quando è stato messo al posto di Domenicali. Ma con Mattiacci in tre mesi ho scambiato quattro parole: ci siamo visti due volte, la prima per i saluti, la seconda quando lui mi ha sottoposto la lettera che sanciva il mio addio all’azienda”.

Marmorini, legato alla rosa per diversi anni, lancia un monito perché la ristrutturazione operata da Mattiacci potrebbe prendere una strada senza uscita.

“Io non voglio accusare davvero. Segnalo però che la Ferrari ha preso una strada che prevede di affidare il reparto corse a persone inesperte, le quali persone inesperte si avvalgono di consiglieri che finora nulla hanno dimostrato e che però godono di una fiducia incondizionata. Chi sono i consiglieri di cui sopra? Pat Fry e James Allison. La Ferrari rischia di danneggiare anche lo zoccolo duro sul quale in passato ha costruito tanti successi. Non parlo per me, io ormai sono out. Ma mi dispiace per i tecnici che conosco e che sono ancora lì, ottime persone che si stanno demoralizzando. Binotto il mio successore? Gli voglio bene, gli auguro solo di non mettere gli interessi di carriera davanti a tutto”.

“Non è vero che ho già firmato per la Renault. Anzi, nel presente a me una Formula Uno nella quale un motorista in pratica non può lavorare sulla sua creatura, causa regolamenti che impongono il congelamento, piace pochissimo. Però sono sincero, le corse da Gran Premio hanno un loro fascino, magari tra un mese cambio idea e ai box ci torno.


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