Proseguendo verso sud est, sempre lungo il tragitto in macchina di cui ho scritto nei post “marocchini” precedenti, da Fez verso Merzouga (il piccolo villaggio distante una cinquantina di km da Erfoud, ai piedi dell’Erg Chebbi, il vero erg sahariano del Marocco) ci siamo fermati al villaggio di Rissani.
Mi avevano descritto questo paese come terrificante, per via degli stuoli di marocchini che vi si presentano appena arrivate. Probabilmente, se viaggiate da soli, potrebbe essere semplice imbattersi in un’esperienza del genere, spesso frequente in alcuni paesi africani o arabi. Ma noi eravamo accompagnati da un marocchino e non ho provato la stessa sensazione, anzi.
Rissani potrebbe sembrare solo una “terra di passaggio” per arrivare alle dune di Merzouga, quasi una terra di nessuno a dire il vero. In realtà questo villaggio merita una breve visita, proprio per essere un punto di passaggio per beduini e berberi che poi proseguono il loro cammino verso il Sahara.
Un villaggio autentico, forse il Marocco che cercavo e che, d’impatto, mi ha fatto sentire quasi a disagio e fuori luogo.Tale però è stato il desiderio di scoprire un angolo “vero” di questo Paese che ho lasciato alle spalle qualsiasi sensazione negativa, dando spazio solo ad una rispettosa curiosità.
Abbiamo fatto un giro nel souk: date uno sguardo alle bancarelle dedicate ai medicinali e alle erbe e al mercato degli animali.