Passi l’acqua, ma addirittura la neve su Marte? In passato sembra di sì, secondo alcuni ricercatori della Brown University (Stati Uniti). Si pensa che molte depressioni e valli della superficie del Pianeta Rosso siano state scolpite dall’acqua, ma una domanda rimane ancora senza risposta, e cioè se l’acqua sia sgorgata dal sottosuolo o se si tratti di pioggia o neve, magari caduta dalle montagne. A questo hanno pensato i ricercatori, che hanno studiato vallate in quattro punti diversi del pianeta, concludendo che sono state scavate proprio dall’acqua proveniente dalle cime delle montagne o dai bordi più alti dei crateri, probabilmente in forma di neve. I dati, pubblicati lo scorso giugno su Geophysical Research Letters, si aggiungono agli studi sul clima e sull’atmosfera di Marte. Kat Scanlon, una delle geologhe nel team di ricerca, ha basato lo studio sulla sue esperienza alle Hawaii, dove i venti tropicali spingono l’umidità verso le montagne più alte, causando violente precipitazioni sull’altro lato dell’isola. La stessa cosa, più o meno, dovrebbe essere successa su Marte. Attraverso dei modelli matematici gli esperti hanno cercato di capire con quale velocità si sia sciolta la neve e in quanto tempo l’acqua abbia scolpito la superficie del pianeta Marte. I ricercatori, tra cui anche il professor Jim Head, hanno cominciato con l’identificare quattro valli in prossimità di rilievi montuosi e crateri molto alti. Per calcolare la velocità e la direzione del vento hanno utilizzato un particolare modello creato per Marte sulla circolazione dei venti (GCM). Il modello simula il movimento dell’aria in base alla composizione del gas che gli scienziati credono fossero presenti all’inizio nell’atmosfera di Marte. Successivamente, il team ha utilizzato un modello di orografia delle precipitazioni per determinare dove, visti i venti prevalenti dal GCM, si sarebbe verificata la precipitazione in una delle quattro zone prese in considerazione. I parametri atmosferici utilizzati nel GCM sono basati su un modello di circolazione generale completo che predice un clima freddo, quindi la precipitazione in questo studio è la neve. Ma in alcuni momenti e in alcune particolare zone questa neve potrebbe essersi sciolta in pioggia. "La domanda successiva è quanto velocemente si può sciogliere un cumulo di neve gigante. E c’è bisogno di pioggia perché accada? E’ possibile ottenere abbastanza flusso d’acqua per scolpire le valli con il solo scioglimento della neve?", si domandano i ricercatori. Fonte: www.media.inaf.it
Passi l’acqua, ma addirittura la neve su Marte? In passato sembra di sì, secondo alcuni ricercatori della Brown University (Stati Uniti). Si pensa che molte depressioni e valli della superficie del Pianeta Rosso siano state scolpite dall’acqua, ma una domanda rimane ancora senza risposta, e cioè se l’acqua sia sgorgata dal sottosuolo o se si tratti di pioggia o neve, magari caduta dalle montagne. A questo hanno pensato i ricercatori, che hanno studiato vallate in quattro punti diversi del pianeta, concludendo che sono state scavate proprio dall’acqua proveniente dalle cime delle montagne o dai bordi più alti dei crateri, probabilmente in forma di neve. I dati, pubblicati lo scorso giugno su Geophysical Research Letters, si aggiungono agli studi sul clima e sull’atmosfera di Marte. Kat Scanlon, una delle geologhe nel team di ricerca, ha basato lo studio sulla sue esperienza alle Hawaii, dove i venti tropicali spingono l’umidità verso le montagne più alte, causando violente precipitazioni sull’altro lato dell’isola. La stessa cosa, più o meno, dovrebbe essere successa su Marte. Attraverso dei modelli matematici gli esperti hanno cercato di capire con quale velocità si sia sciolta la neve e in quanto tempo l’acqua abbia scolpito la superficie del pianeta Marte. I ricercatori, tra cui anche il professor Jim Head, hanno cominciato con l’identificare quattro valli in prossimità di rilievi montuosi e crateri molto alti. Per calcolare la velocità e la direzione del vento hanno utilizzato un particolare modello creato per Marte sulla circolazione dei venti (GCM). Il modello simula il movimento dell’aria in base alla composizione del gas che gli scienziati credono fossero presenti all’inizio nell’atmosfera di Marte. Successivamente, il team ha utilizzato un modello di orografia delle precipitazioni per determinare dove, visti i venti prevalenti dal GCM, si sarebbe verificata la precipitazione in una delle quattro zone prese in considerazione. I parametri atmosferici utilizzati nel GCM sono basati su un modello di circolazione generale completo che predice un clima freddo, quindi la precipitazione in questo studio è la neve. Ma in alcuni momenti e in alcune particolare zone questa neve potrebbe essersi sciolta in pioggia. "La domanda successiva è quanto velocemente si può sciogliere un cumulo di neve gigante. E c’è bisogno di pioggia perché accada? E’ possibile ottenere abbastanza flusso d’acqua per scolpire le valli con il solo scioglimento della neve?", si domandano i ricercatori. Fonte: www.media.inaf.it