Martin Mystère n. 317, bimestrale
Longitudine zero
Soggetto e sceneggiatura: Alfredo Castelli
Disegni: Giulio Camagni
Copertina: Giancarlo Alessandrini
Una telefonata ricca di promesse porta il BVZM ad incontrare uno scienziato che gli propone la "doppia teoria unifica del tutto", con la quale vengono spiegate anche le presenze soprannaturali nel nostro mondo. I documenti alla base del sostegno a questa teoria sembrano provenire direttamente dal Terzo Reich e dalle misteriose spedizioni di Hitler alla ricerca di luoghi e manufatti misteriosi. Il cuore della ricerca si concentra nella Nuova Svevia, l'Antartide, della quale prima i tedeschi e poi gli americani, con la frettolosa ed imponente quanto fallimentare "Operazione Highjump", hanno tentato l'esplorazione.
Adesso tocca a Martin Mystère convincersi di doversi recare sul luogo e districare il mistero.
E' sempre un piacere leggere il resoconto di un'avventura di Martin Mystère scritto dal suo biografo ufficiale: Alfredo Castelli. Con l'abilità acquisita negli anni di tenere sulla corda il lettore, fornendogli in modo parsimonioso ed oculato le informazioni, riesce a far stare seduto al suo tavolo, a cena in un club esclusivo, il BVZM per due terzi dell'albo e rendere il tutto interessante lo stesso. Con astuzia, nell'ultimo terzo, rende note le citazioni che l'hanno ispirato per i luoghi in cui è ambientato e spara i botti dell'azione.
Giulio Camagni, di Udine vissuto a Milano ed ora in pianta stabile a Vienna, si riconosce dallo stile che lo ha reso noto sulle pagine di Napoleone e Jan Dix, entrambe creature della mente di Carlo Ambrosini. Il suo tratto personalmente non mi piace, il suo modo di rendere i chiaroscuri, il suo uso dei neri, non sono nelle mie corde. Questo suo stile, a mio parere, invecchia molto il personaggio di cui si sta leggendo, inconsciamente può essere il motivo che anni fa mi ha spinto a smettere di leggere Napoleone ben prima della sua chiusura. Fatto sta che l'artista è indubbiamente bravo e che può essere godibile se preso a piccole dosi. Forse il tema complesso, legato ai disegni profondi, mi hanno richiesto diversi giorni per completare la lettura dell'albo. Fatto sta che lo stile narrativo di Castelli permette benissimo, anche trattando un tema così denso e complicato (si parla di fisica quantistica), di non perdere colpi tra un'interruzione e l'altra.
Interessante scorcio sui misteri della fisica e del Terzo Reich. Un approfondimento culturale da leggere con piacere.