Martin Mystère, ombra di se stesso

Creato il 26 novembre 2014 da Chemako @chemako71

Sconclusionata. Questo è l'aggettivo che più si adatta all'ultima storia di Martin Mystère, in edicola ormai da più di un mese. L'ombra di Za-Te-Nay è il titolo di questo albo molto deludente, privo di un filo logico e con così tante divagazioni da suscitare un'irritazione crescente pagina dopo pagina. Peccato, perché gli autori del soggetto e della sceneggiatura, Alfredo Castelli e Mirko Perniola, sono capaci di fare molto meglio. Peccato perché l'idea di fondo di affrontare le gesta di Za-Te-Nay, un trapper dell'Ottocento americano che, nella finzione dell'universo mysteriano, altri non è se non una versione storicizzata di Zagor, è molto interessante. Peccato perché La scure incantatala prima storia che Castelli dedicò dodici anni fa all'Uomo con la Scure dei boschi di Darkweed, fu molto più divertente e originale. Peccato, infine, perché le matite del migliore disegnatore mysteriano, Franco Devescovi, sono andate sprecate nel tentativo (impossibile!) di rendere godibile una storia che sarebbe stato meglio lasciare dentro ad un cassetto. Per quanto Perniola cerchi di addolcire la pillola, l'elaborazione della sceneggiatura è stata un vero travaglio e il blocco di idee sul finale (disegnato poi da Giovanni Romanini subentrato ad un eufemisticamente esausto Devescovi) è stato il colpo di grazia.

In un vecchio post scrivevo a proposito della collana di Martin Mystère:

"I misteri sono una cosa seria. Vanno affrontati contestualizzandoli correttamente sia dal punto di vista scientifico che da quello storico. Beh, poi c'è la fantasia di Castelli che ci mette lo zampino, confezionandoci attorno delle avventure avvincenti e divertenti. Martin Mystere è questo, una geniale intuizione che resiste in modo spumeggiante dopo 30 anni."
Considerando che il Detective dell'Impossibile è stato il mio primo grande amore fumettistico di quand'ero ragazzino, di gran lunga più di Tex, Zagor o Mister No, proprio per i motivi sopra ricordati, allora si può capire quanta amarezza ci sia dietro le mie parole di commento all'ultimo albo in edicola. 
In rete si è recentemente diffusa la notizia di una possibile chiusura della serie. Non è la prima volta che capita, e le motivazioni sarebbero il calo costante di lettori. Anche se il dato sulle vendite è reale, Castelli ha smentito la fine della testata, anzi ha annunciato sorprendenti operazioni di rilancio della stessa. Me lo auguro.

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