Marv wolfman: "accettai di scrivere tomb of dracula ma odiavo i vampiri"

Creato il 08 novembre 2012 da Comixfactory

Dracula nella versione di Gene Colan


Google ci ricorda che oggi è il 165° Anniversario della nascita di Bram Stoker. Quale modo migliore per celebrare questa occasione se non svelare qualche retroscena riguardo la più bella collana a fumetti dedicata al malvagio vampiro? Direttamente dalle pagine di Alter Ego, rivista curata da Roy Thomas per la meritevole TwoMorrow Publishing, vi propongo un breve estratto di una lunghissima intervista nel corso della quale, ripercorrendo gran parte della sua prodigiosa carriera, Marv Wolfman parla di Tomb Of Dracula (a proposito della quale, vi ricordo che di recente la Panini Comics ha pubblicato, nella collana Marvel Gold,  un bel volume contenente i primi dieci episodi della serie originale. Un must assoluto per ogni marvel fan)

Alter Ego 113


Alter Ego: Come ottenesti l'incarico per Tomb Of Dracula? La serie di Dracula è considerata una delle migliori serie prodotte negli anni '70. La caratterizzazione di tutti i personaggi era molto buona, e avere un malvagio come protagonista era (e lo è ancora) una cosa del tutto inusuale. All'epoca, credo che solo il Dottor Destino e il Joker fossero protagonisti di una loro collana regolare, e in ogni caso entrambe non ebbero una vita lunga. Tomb of Dracula durò, invece, 70 numeri oltre ai numeri speciali e ai magazine in bianco e nero. Secondo te qual è stato il segreto del successo e della durata di questa serie? 
Marv Wolfman: Bene, innanzitutto, grazie. Tomb of Dracula fu la serie di cui mi guadagnai il ruolo di sceneggiatore. Come è successo? Durante la pubblicazione dei suoi primi sei numeri la serie fu soggetta a tre cambi di sceneggiatore, una cosa che di per se' rappresenta il bacio della morte. All'epoca la mia scrittura non era forte e la mia scrittura supereroistica, a essere onesti, era noiosa. Tuttavia leggevo fumetti di supereroi dalla prima volta che avevo cominciato a sfogliare un albo a fumetti, semplicemente non avevo ancora cominciato a capire come scriverne uno. Ma avevo scritto storie del mistero per la Marvel e la DC, e credo che Roy (Thomas, editor della rivista Alter Ego e Editor-In-Chief della Marvel all'epoca in cui fu lanciata la serie di Dracula - NdStefano) fosse davvero indifferente riguardo a chi avrebbe scritto la serie perché con tutta probabilità sarebbe stata chiusa molto presto. Roy aveva da sempre percepito qualcosa nel mio lavoro che lo aveva spinto ad assumermi, che Dio lo benedica. 
Ho detto questa cosa prima e la confermo adesso: quando Roy mi chiese di scrivere Tomb Of Dracula, non amavo i vampiri. Non avevo mai visto un film di vampiri né tanto meno uno con Dracula, compresi quelli originali con Bela Lugosi. E a tutt'oggi ancora non li ho visti. Ma se volevo lavorare non avevo altra scelta. Questo è prima che ci fossero novità tecnologiche come i DVD o le videocassette, non potevo semplicemente procurarmi un film di vampiri e vederlo, così mi dedicai alla lettura del libro originale di Bram Stoker (in precedenza avevo letto solo una versione molto edulcorata destinata ai bambini) e BAM! Fu completamente diverso da come me lo aspettavo. Lo amai. Lo amai davvero tantissimo. 
Credo che fui fortunato a non poter semplicemente noleggiare una videocassetta, perché temo che in quel caso la mia interpretazione sarebbe stata influenzata più dal film che dalla visione originale dell'autore. Leggere solo il libro originale mi consentì di fornire la mia interpretazione ispirata direttamente a quella di Bram Stoker e non la mia interpretazione basata su quella di qualcun altro che si era a sua volta ispirato all'originale. Inoltre, il fatto che non era mai stata prodotta prima di allora una serie regolare horror (con la sola esclusione, forse, della serie di Frankenstein realizzata negli anni '50 da Dick Briefer), in genere si pubblicavano solo albi unici antologici, mi diede lì'opportunità di sviluppare un mio stile personale. Come scrittore mi consentì di crescere molto rapidamente. Non c'era alternativa, o questo o il fallimento.  In tal caso, oggi starei a vendere frutta all'angolo della strada. 
Se hai letto il romanzo originale di Dracula, sai che è stato scritto sotto forma di raccolta epistolare. [...] Sebbene il libro si intitoli Dracula la narrazione racconta delle persone che entrano in conflitto con lui. Volevo fare la stessa cosa, scrivere un fumetto sulla gente e non sul mostro. 
Come ho detto in precedenza, poiché disegnava persone dotandole di espressioni molto realistiche, i disegni di Gene Colan mi permisero di realizzare storie incentrate sulle persone. Credo che questo mi permise di raccontare storie molto diverse da quelle che erano state narrate in altre sedi. E mi permise di scoprire un nuovo modo di scrivere i fumetti e nuove storie da poter raccontare. 
Cominciai ad assumere un approccio molto più romanzesco alla scrittura dei fumetti di quanto non si facesse in quegli anni. 

copertina del Marvel Gold
dedicato dalla panini comics alla
serie di Wolfman

Alter Ego: E' vero. Molti dei titoli della Marvel dedicati ai mostri - Werewolf by Night, Ghost Rider ma anche gli ultimi numeri di Monster of Frankenstein - erano serie avventurose d'azione con degli elementi orrorifici. Tomb of Dracula, tuttavia, era più incentrata sulle persone, in questo caso il cast di supporto, che reagivano a un mostro molto temibile. 
Marv Wolfman: Forse. Ero abituato a pensare in termini di grandi temi, sviluppati in brevi archi narrativi all'interno dei quali narravo delle vicende legate ai personaggi.  Pianificavo la serie con due anni di anticipo, in modo da poter raccontare queste trame più ampie. Ma sebbene le vendite della serie fossero davvero molto buone non abbiamo mai smesso di pensare a Tomb of Dracula come a una piccola serie horror prodotta all'ombra dell'enorme universo supereroistico della Marvel. Sul perché non ospitassimo supereroi sulle nostre pagine, be' nessuno se ne accorgeva e questo ci lasciava liberi di fare tutto ciò che volevamo. 

Subito dopo aver definito l'approccio, anche nelle sfumature più dettagliate, ai personaggi umani,  cominciai a pensare a come avrei potuto scrivere Dracula. Sebbene la maggior parte dei dialoghi oggi mi faccia vergognare, ma sono trascorsi 40 anni e il nostro approccio ai dialoghi è completamente cambiato, credo che la storia nel suo complesso continui a funzionare. 

Aggiungete il fatto che, negli anni '70, l'età media dei lettori stava crescendo. Non eravamo costretti a scrivere fumetti per un pubblico di ragazzini dagli 8 ai 12 anni. Scrivevo Dracula per una audience di studenti universitari e oltre, così come faceva Roy per Conan o Steve Gerber per Howard the Duck. I disegni realistici di Gene, che non erano tutti fatti di pose plastiche e cazzotti, potevano certamente essere meglio apprezzati e capiti da un pubblico più maturo. 

Credo dunque che Tomb Of Dracula sia stata la serie giusta, con il giusto team creativo, pubblicata al momento giusto e con il giusto approccio. Devo aggiungere che non si tratta di nulla che noi avevamo pianificato a tavolino. Si è trattato semplicemente della mia crescita nella mia capacità di scrivere, dei disegni di Gene e del mondo in generale. Siamo stati fortunati.

bella illustrazione realizzata da Gene Colan per
il calendario della Marvel del 1973


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