Recensione
È questa una favola moderna ma non troppo (essendo priva di riferimenti a tecnologie avveniristiche), indirizzata ai piccoli, ma forse più apprezzata dagli adulti per la complessità dell'intreccio. Come in tutte le favole che abbiamo sentito da bambini, presenta aspetti horror, ma il lieto fine è scontato.La narrazione è divisa in due parti: la prima ricorda le storie dickensiane, dal momento che la protagonista è una bambina povera, Mapple, il cui padre adottivo è entrato in coma irreversibile dopo un incidente.
Mapple viene data in affidamento alla zia Helga, donna piuttosto anziana, abitudinaria, superstiziosa e piena di manie. Helga, che gestisce insieme a due socie un negozio di dolci e spezie, non avrebbe voluto questo impegno, tanto più che la bimba, pur piena di buone intenzioni, combina un disastro dietro l’altro. È quindi sempre lieta quando si tiene lontano da lei e dal negozio, poco curandosi di come trascorra il tempo.
Nella seconda parte del racconto, molto più fantasioso della prima, Mapple viene rapita da una donna dai tanti nomi:
«…Mementomori, Yama, Abassi, Nergal, Mot, Morrigan, Nefti, Kalì…»e anche “innominabile”, come viene indicata dalla zia Helga e dalle sue amiche, e Frau Swartzespinne, come vuole che Mapple si rivolga a lei, ma in genere la chiamiamo prosaicamente Morte.
Questa signora tedesca, robusta per non dire grassottella, pronta al riso, ma crudele nelle sue decisioni, forse, per le sue caratteristiche, ci ricorderebbe un noto personaggio politico, se non fosse che è vestita di nero e ha un incarnato grigio-cenere. Non è incappucciata e non tiene in mano la falce, come in genere viene descritta la morte. Per prendere le sue vittime utilizza un retino per farfalle telescopico e micidiale. Come aiutanti si serve di un lupo e di una poiana, e vive sopra una nuvola nera.
Questa è una favola, e quindi non bisogna aspettarsi razionalità: sarebbe come chiedersi come facesse Cenerentola a ballare con le scarpette di cristallo o quante diottrie mancassero a Cappuccetto Rosso per confondere il lupo con la nonna.
Si potrebbe obiettare che il modo di scrivere dell’autrice è troppo colto e la seconda parte del racconto è troppo complessa e ricca di avvenimenti per poter essere apprezzata dai bambini sotto i sette anni, ma, d’altro canto, l’originalità ha il suo prezzo da scontare. Diciamo che, a mio avviso, l'ideale sarebbe che la favola venisse letta (e spiegata) dai genitori ai bambini più piccoli.
Come in ogni favola che si rispetti non manca una morale, che in questo caso è: bisogna affrontare i problemi e non lasciarsi mai travolgere da essi.
Ciò premesso la storia è piacevole, con un ritmo sempre sostenuto e quel pizzico di crudeltà che fa rabbrividire i più piccoli e quel tanto di tenerezza che suscita emozione anche nei più grandi.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Mary Mapple e la Spezieria della Morte
- Autore: K.B.Wingard
- Editore: Ophiere
- Data di Pubblicazione: dicembre 2014
- ISBN-13: 9788890005484
- Pagine: 225
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 9,80