QUARTA: Mi chiamo Mary Read. È strano come con un
nome, con due semplici parole, si possa delimitare una
persona la cui identità rimane, per tutto il resto, così
ambigua. Dentro di me sento di essere troppe cose per
potermi definire in uno spazio tanto breve. Mi hanno
chiamata bambina, mozzo, soldato, moglie, pirata,
assassina. Ho avuto due sessi e due nomi. Per questo,
forse, la mia vita fa tanta paura.
http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788897810063 Mary Read di guerra e mare Mi chiamo Mary Read. È strano come con un nome, con due semplici parole, si possa delimitare una persona la cui identità rimane, per tutto il resto, così ambigua. Dentro di me sento di essere troppe cose per potermi definire in uno spazio tanto breve. Mi hanno chiamata bambina, mozzo, soldato, moglie, pirata, assassina. Ho avuto due sessi e due nomi. Per questo, forse, la mia vita fa tanta paura. 12,75 new EUR in_stock
"Mary Read" trasuda di passato e avventura, lo si evince dalla copertina realizzata dal bravo Andrea Rizzi e, se ciò non bastasse, dalla citazione del famoso Gianfranco Manfredi ' La vita della leggendaria soldatessa e pirata settecentesca riportata alla luce con scrupolosa attenzione storica in un romanzo di rara delicatezza.'
Il libro si apre con un prologo di forte impatto: una sorta di concisa presentazione di ciò che troveremo all'interno del romanzo.
' Mi chiamo Mary read. La mia vita non ha avuto
contorni ben delineati, nè svolte certe e prefissate come
la maggior parte delle altre persone.
Mi hanno chiamata bambina, ragazzo, marinaio,
soldato, moglie, pirata, assassina.
Ho avuto due sessi e due nomi ...'
La storia inizia nella campagna del Devon, in Inghilterra, anno 1689. Una stanza riscaldata da un tiepido focherello, una madre e una bambina che gioca con una palla di stracci.
Ciò che più mi ha colpito di queste prime pagine non è la miseria in cui le due donne sopravvivono, nè le loro condizioni o il triste passato della madre di Mary, ma il punto sino a cui si spinge questa donna pur di arraffare un qualche centesimo per soppravivere.
Ha inizio così la storia di Mary: una bambina costretta a vestirsi da bambino fingendosi Mark, il fratellino ormai sepolto, per intenerire una sconosciuta 'nonna' benestante .
Eppure quell'inizio incerto e pericoloso aiuterà Mary a gettare le fondamenta per la strada che un giorno dovrà intraprendere.
La storia si condisce di imprevisti, lutti e svolte repentine sino a condurre Mary sulla Bravery. A bordo di questa fregata assiteremo all'amicizia tra Old Pete e Mary, al cameratismo tra marinai e alla discutibile dittatura del secondo di bordo Tobias Moore.
sconfinata e il sole, che cominciava a tramontare, rendeva il panorama quasi irreale ... Mi strinsi le ginocchia al petto ed insprai profondamente, godendomi la mia prima, grande impresa su quella nave.'
Personalmente uno dei passaggi che più ho apprezzato nel libro è l'addestramento di Mary alla carica dei cannoni. L'odore di zolfo, la polvere da sparo e la puntigliosità con cui l'autrice ha sapientemente descritto questa scena senza annoiare, utilizzando un linguaggo semplice ma al tempo stesso meticolosamente documentato.
Successivamente Mary sarà costretta a fuggire per evitare il cappio e, qui, faremo la conoscenza tra perfierie malfamate, campagne desolate e locande all'insegna del gioco d'azzardo di un personaggio che non dimenticherò facilmente: Harry Mac Karty.
Vivremo assieme a lui e a Mary tafferugli, fughe, lotte corpo a corpo, finiremo in una buia prigione per poi ritorvarci, un istante dopo, arruolati in guerra.
Un romanzo con tutti gli ingredienti giusti abilmente amalgamati, senza scordare l'amore improvviso, inatteso, scomodo ma trascinante che colpirà Mary al cuore perchè sotto la scorza mascolina, gli abiti e la pelle bruciata dal sole il suo animo continua a gridare la propria femminilità.
In più di un'occasione mi sono ritrovata a scordarmi del sesso di Mary, per me era Mark Read, il combattente, l'impavido, l'intelligente Mark.
"Il messaggio che spero emerga dal romanzo è che ognuno di noi ha bisogno, per essere felice, di capire chi è. Deve trovare la propria identità… anche se questo significa andare controcorrente.
Per me, Mary rappresenta un’eroina, non tanto perché ha combattuto o compiuto atti di coraggio, quanto perché ha saputo crearsi la propria strada, ha saputo essere se stessa fino in fondo senza piegarsi o conformarsi." (Michela Piazza)
Un romanzo avventuroso, dal ritmo incalzante, privo di punti morti. La storia di una donna, di una combattente, di una soldatessa, il cui nome ancora risuona tra le pagine della storia.