Da circa marzo del 2014 soffro di un doloroso e ricorrente blocco del lettore, divenuto insopportabile lo scorso natale. Revenant, l’ormai noto romanzo di Plunke, da cui Di Caprio ha tratto un film che si preannuncia da Oscar, mi ci aveva tirata fuori per metà.
Il libro di Plunke è gradevole, breve e scritto in modo sciolto. E poi io amo la Frontiera.
Mi ci ha tirato fuori con tutti e due i piedi un saggio Rubbettino: Umanesimo e rivolta in Blade Runner, in seguito al quale ho “divorato” (in pratica letto in due settimane, due) Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, che da ragazza avevo lasciato a cinquanta pagine dalla fine.
Devo confessare che Dick, più lo leggo, meno mi piace.
Comunque stiano le cose, mi sentivo pronta a macinare pagine di fantascienza come un compressore.
Mi è stato segnalato La Luna è una severa maestra.
Mi raccomando, se lo vedete su qualche bancherella dell’usato, allontanatevi immediatamente, potrebbe causare letargia improvvisa, svenimenti, perdita della memoria, miastenia grave e ipoacusia.
Le prime quaranta pagine sono state le più emozionanti da anni a questa parte, dopodiché la voglia di stracciare quel libro, calpestarlo, frullarlo, ridurlo in finissimi coriandoli e poi gettarli per aria, è stata forte, ma alla fine, baldamente vinta, e la missione “libro” è stata conclusa vittoriosamente.
Non mi dilungo sulla trama, dirò solo che ci sono diversi personaggi femminili di contorno, tutti concentrati nel nucleo familiare di Manuel, il protagonista. L’unico personaggio femminile co-protagonista è Wyoming Knott, un personaggio inutile e piuttosto antipatico, mal descritto e di spessore caratteriale prossimo allo zero termico. Non mi stupisco se nel precedente libro di Heinlein, Universo, le donne non avevano nome e venivano chiamate “femmine”.
Fino ad un certo punto non ci ho fatto caso più di tanto, ma le infelici battute e allusioni su questo disgraziato personaggio di Whyoming, detta Whyo, come fosse un richiamo per cavalli, hanno ulteriormente reso irritante la lettura. Ho iniziato così a sottolinearli tutti.
È proprio quando la letteratura utilizza gli schemi del “genere” a cui si rifà, che da il peggio di sé, divenendo appunto un “genere letterario” e non raggiungendo il livello, ben più alto di “letteratura”.
Eppure Heinlein è un bravo autore, molto abile, originale.
Le pagine del libro sono fotografate, non sono ritoccate o ritagliate (solo ridimensionate), e l’edizione è “I classici Urania”, Mondadori 1994, mentre il libro è stato stampato in USA nel 1966.
Ovviamente ci sono SPOILER.
Ma è chiaro: le donne per convincere gli uomini ci vanno a letto, è una legge di natura. Una donna che fa questo per la patria è una eroa (o eroina?)
Giustamente! Mica pretenderete che una donna capisca la fisica!
Chi? Marie Curie? E chi è?
Be’, che vogliamo dire: stereotipo da romanziere scadente per “vendere” la scena, farla diventare pruriginosa.
Nella pagina successiva Heinlein descrive anche gli Avaazers, e poi non diciamo che la fantascienza non vede in là nel tempo.
Eh, si sa, le donne diventiamo terribilmente nervose e insicure quando non c’è un uomo forte che ci protegge!
L’ISIS! Arriva l’ISIS a rapire le nostre donne! perché le donne sono proprietà dei maschi, non lo sapevate? Eh! E mo’ lo sapete.
(“Sei una merda” si legge a sufficienza?)
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