Massimiliano Kolbe, quando Dio non scomparve da Auschwitz

Creato il 16 agosto 2011 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

Un busto di padre Massimiliano Kolbe


Celebrato ieri 14 agosto il 70esimo anniversario della morte per mano nazista del sacerdote polacco che offrì la sua vita per salvare quella di un padre di famiglia.

Queste le parole del Pontefice dopo l'Angelus di Castelgandolfo: 
''Oggi ricorre il 70° anniversario del martirio di San Massimiliano Kolbe nel campo di sterminio di Auschwitz. Il suo eroico amore e' segno luminoso della vittoriosa presenza di Dio nel dramma umano dell'odio, della sofferenza e della morte''.  Il frate francescano conventuale Massimiliano Maria Kolbe, beatificato nel 1971, è stato proclamato santo da Papa Giovanni Paolo II nel 1982. Giunse Auschwitz il 28 maggio del 1941. Qui venne obbligato a lavorare al trasporto dei cadaveri. Più volte umiliato e bastonato, non smise mai di dare speranza ai suoi compagni di prigionia. Due volte disse la messa in segreto. Un giorno la fuga di un prigioniero causò la rappresaglia nazista. I gendarmi scelsero a caso dieci persone da far morire di fame. Un padre di famiglia, scoppiato in lacrime, venne salvato da Kolbe che si offrì di patire al suo posto. Dato che la sua agonia nel bunker, tutta fatta di preghiere e inni, stava scioccando le guardie e la morte non veniva. I nazisti decisero di mandarlo all'esecuzione. Venne ucciso con un'iniezione letale. Il padre che era stato salvato dal suo sacrificio, una volta liberato, trovò a casa sua moglie soltanto. I figli erano morti in un bombardamento sovietico.http://giovannipreziosi.wordpress.comhttp://www.ilsussidiario.net

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