Massimo Pittau – La filosofia e le religioni

Creato il 11 marzo 2016 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
(Segue dal capitolo 14)A questo punto c’è da fare un’altra importante precisazione: a dare risposte a molte delle questioni su elencate sono intervenute, nella storia dell’uomo, in primo luogo e in prevalente modo parecchie e differenti religioni, “naturali o spontanee” oppure “rivelate”, e ciò esse hanno fatto in quella loro sezione che genericamente si chiama “teologia” oppure “teosofia”.

Rispetto alle quali risposte date dalle varie religioni, è intervenuta in seguito e deve intervenire la filosofia per giudicare se esse siano “risposte motivate o razionali” oppure siano “risposte immotivate od irrazionali” e, in via particolare, se le tesi affermate dalle varie religioni siano altrettante “certezze” oppure siano solamente ed esclusivamente “speranze”. Nei confronti delle varie religioni pertanto la filosofia assume e deve assumere l’importante ruolo di «coscienza critica», di giudizio espresso in ultima istanza.

E ancora a questo proposito si deve riconoscere che in linea di fatto le religioni sono nel passato intervenute e tuttora intervengono a determinare l’atteggiamento dell’uomo rispetto all’eventuale Dio, rispetto ai suoi simili e pure rispetto alla natura, molto più spesso e assai più ampiamente della filosofia e delle filosofie. Detto in un altro modo: nella storia umana, la “morale” degli uomini è determinata e guidata molto più spesso e molto più ampiamente dalle varie “religioni” – pure con le loro numerose contraddizioni e irrazionalità – che non dalla filosofia o dalle varie filosofie.

D’altra parte c’è da considerare che la morale degli uomini, intesa nel suo essere di fatto, in effetti non entra nello studio della filosofia, mentre entra in quello della antropologia culturale e della sociologia. Alla filosofia invece la morale interessa nel suo aspetto deontologico, interessa cioè quando si tratta di studiare e indicare la serie di doveri che si impongono agli uomini nel loro reciproco comportamento di convivenza. E io sono dell’avviso che questi doveri abbiano come basi fondamentali almeno queste tre:

  1. I) «Fa’ agli altri uomini ciò che vorresti che sia fatto a te stesso».

  2. II) «Non fare agli altri uomini ciò che non vorresti che sia fatto a te stesso».

   3. III) «La tua libertà di azione è tanto ampia fino a che trovi il suo limite là dove inizia una uguale libertà di ciascuno degli altri uomini».

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