Lo psicanalista Massimo Recalcati e la scrittrice Lidia Ravera erano ospiti, venerdì scorso, di Lilli Gruber nel programma "Otto e mezzo" su La7. Il tema della conversazione era: "Il sesso che verrà".
Sono stati sviluppati argomenti di vero interesse, a cominciare dall'affermazione che dopo il superamento, operato grazie al movimento del sessantotto, del collegamento univoco del sesso con la procreazione, si sta assistendo ora alla separazione del sesso dall'amore, per la tendenza, ha affermato Recalcati, al "narcinismo", neologismo formato dal'unione di narcisismo e cinismo, nel senso che ciascuno pensa a se stesso e al proprio godimento immediato. Centrale dovrebbe tornare ad essere il "desiderio", coniugato però con il "limite", la "responsabilità", che il recupero del ruolo del "padre", depurato dalle caratteristiche autoritarie del "padre-padrone", può aiutare a sviluppare (tema sviluppato da Recalcati ne "Il complesso di Telemaco", Feltrinelli, 2013).
Dalla separazione tra sesso e amore, il dibattito ha tratto spunto per affrontare il tema del commercio del proprio corpo, del fenomeno delle "olgettine", per giungere all'affermazione che il "berlusconismo" abbia costituito e costituisca lo sfondo "culturale" di fenomeni come quello, recente, emerso nel quartiere romano dei Parioli (baby prostitute con una madre che "incitava" la figlia). Recalcati ha definito con parole chiarissime il fenomeno "berlusconismo": una "grande forma di perversione", ma non nel senso di comportamenti sessuali "stravaganti", ma in quello "clinico" di "negazione angosciata del limite e, in ultima istanza, della morte", per giungere ad una sua esorcizzazione, che Berlusconi ha realizzato, secondo Recalcati, più che nel "lettone di Putin", nella costruzione del cosiddetto "mausoleo di Arcore" (luogo che ospiterà le spoglie del leader, dei suoi familiari e dei suoi più stretti collaboratori), in una "eternizzazione ostinata della vita", una sorta di "viagra di marmo".
Meglio delle mie parole, la visione della puntata di Otto e mezzo", qui.