Giancarlo Ricci per Milano Arte Expo Book Days 2013 - L’IMPAZIENTE TELEMACO. Cosa resta ai giovani dopo il tramonto del padre. Dopo Cosa resta del padre?, libro dedicato al vacillamento del padre nella contemporaneità, ci saremmo aspettati il passo successivo di Massimo Recalcati in termini simmetrici: cosa resta del figlio? Già, cosa resta del figlio, oggi? Il giro proposto in questo nuovo libro di Massimo Recalcati Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre (Feltrinelli), è più ampio e la questione assume un altro rilievo. L’interrogazione si radicalizza. In un’epoca che ha ipotecato il futuro, che lo ha consumato bulimicamente nel presente, depauperando l’avvenire di possibili progetti di vita, la vera domanda sarebbe: cosa resta al figlio? Sulle soglie di un’imprevedibile mutazione antropologica la faccenda ormai si fa emergenza: cosa resta ai giovani? Quale un possibile posto nel mondo, dopo che i padri hanno praticato il mito neoliberista in cui tutto è possibile e tutto è dissipabile? Sì, i padri hanno corroso dall’interno questo mito e oggi lo consegnano esangue ai propri figli, imponendo l’obbligo del godimento e incitando a un benessere che assomiglia piuttosto a un ottundimento.
“Il mito della libertà senza vincoli – osserva Recalcati – è un miraggio ipermoderno che fomenta la riduzione perversa della libertà – scissa da ogni forma di responsabilità etica – alla pura volontà di godimento”. Fino a un decennio fa, la volontà di godimento non era forse l’obiettivo edonista e liberatorio, che di generazione in generazione, veniva additato come un traguardo di civiltà? Appunto, le carte erano truccate. I padri non sono stati in grado di testimoniare e quindi di trasmettere qualcosa che avesse la forza del desiderio come progetto. Cosa resta allora ai figli? Cosa resta ai giovani? Possono rimanere relegati in una terra di nessuno quasi fosse una riserva in cui sopravvivere senza speranza e senza progetto?
“Questa crisi, unita a una serie di trasformazioni che hanno investito profondamente la nostra vita collettiva, impone l’ingresso sulla scena di un nuovo protagonista: la figura del figlio-Telemaco”. Telemaco, colui che attende dal mare l’arrivo del padre Odisseo, forse è colui che sa fare dell’attesa un’arte. “Con questa figura si vuole proporre un modo nuovo di leggere il rapporto attuale tra genitori e figli. Mentre col figlio-Edipo in primo piano è stato il conflitto tra le generazioni, la lotta, lo scontro fra due diverse concezioni del mondo, il rifiuto dell’eredità, il rifiuto dell’essere figli, col figlio-Narciso è divenuta centrale l’assimilazione indistinta dei genitori coi propri figli, la confusione tra le generazioni, l’assenza di conflitti e il culto di una felicità individuale senza legami con l’Altro. Il figlio-Telemaco è invece una nuova interpretazione del disagio attuale della giovinezza. Telemaco è il simbolo del “giusto erede”: egli sa essere figlio e sa compiere il viaggio più pericoloso per essere un erede. Egli ci mostra come si può essere figli senza rinunciare al proprio desiderio”.Giancarlo Ricci
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Massimo Recalcati
Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre
Feltrinelli
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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia Giancarlo Ricci, psicanalista, per il testo L’IMPAZIENTE TELEMACO. Cosa resta ai giovani dopo il tramonto del padre. in occasione dell’uscita del libro Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre (Feltrinelli) di Massimo Recalcati.
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