Masterpiece!

Creato il 05 agosto 2013 da Cronachedallalibreria @MarinoBuzzi
Interessante notare come il mondo della letteratura viva su due piani e, oserei dire, in due realtà parallele ma diametralmente opposte. Un po' come nel telefilm Fringe, giusto per avere un paragone a cui aggrapparsi. Da una parte c'è il “mondo dorato” che vive di un passato “eroico” che ormai non esiste più, di salotti bene e di cultura “alta”. Ma anche di molte bugie. Viene continuamente detto, per esempio, che il ruolo dei librai è fondamentale, che le librerie fanno cultura e poi, nei fatti, si tagliano i posti di lavoro, si ricorre alla cassa integrazione, si tolgono i libri dalle librerie per far spazio a prodotti che marginano di più come cartoleria e giochi. Le scrittrici e gli scrittori che vengono continuamente “evocati” sono quelli di maggior successo, coloro che, pur facendo parte della “cultura” del bel paese, raramente si mettono in gioco criticando il sistema. Buona parte degli scrittori e delle scrittrici di successo sono ectoplasmi che si materializzano solo per parlare dei loro libri, per ritirare premi, partecipare a salotti televisivi. Sono pochissime/mi quelle/i che intervengono, in modo incisivo, sul discorso “decadenza” che da tempo ha investito il mondo culturale italiano (e non solo). Perché mettersi in gioco è pericoloso e va bene fare quelli contro ma se poi ti escludono dallo Strega o da qualche altro premio letterario come si fa? A nessuno, per esempio, sembra interessare delle scrittrici e degli scrittori minori, quelli che non stravendono, che aspettano, inutilmente e per anni, i diritti d'autore, che fanno “altro” perché, di letteratura e cultura, in questo paese, è davvero difficile campare. Di loro, ovviamente, non importa nulla a nessuno perché il modello da presentare è sempre e comunque quello positivo della scrittrice o dello scrittore che è riuscito ad emergere. Si ignora totalmente la deriva del mondo del libro. Certo tutti ammettono che c'è la crisi ma sui “modi” in cui si intende affrontare questa crisi nessuno dice niente. Così la vita dei libri si azzera passando dai vecchi 6/8 mesi di presenza in libreria a una toccata e fuga non superiore ai due mesi sugli scaffali. Nemmeno il tempo di impolverarsi. Si prediligono i generi da piletta, quelli “facili” che piacciono tanto alle masse ( a sentire loro) e poi c'è il futuro, non dimentichiamoci del futuro, gli e book che vorrei davvero sapere quale fetta di mercato occupano in un paese in cui si legge così poco. Questo per dire che l'unico messaggio che passa è quello del “sì diventa famosi, ragazzi!” Va bene essere positivi ma in un mercato che sta morendo forse sarebbe il caso di pensare a come salvare il salvabile invece di continuare a mentire alla gente. E visto che siamo a corto di idee e che la strada più breve è quella che fa comodo a tutti... perché non presentare un Talent Show per la letteratura? Geniale, davvero, non ci avrei mai pensato!Portare la letteratura in TV? Non se ne parla, mica siamo a per un pugno di libri! Qui si porta l'ambizione, come al solito, si mente ancora una volta dicendo agli aspiranti qualcosa che c'è un mondo dorato che li aspetta! Altro che tempi immensi d'attesa per risposte che non arriveranno mai dalle case editrici. La soluzione è andare in TV! Basta un progetto, un curriculum, una breve biografia e due fotografie perché il talento va bene ma se sei telegenico è meglio. E chi saranno i giudici? Qualche giovane autore di successo? Qualche vecchio autore di successo? Qualche autore di mezza età di successo? Chi saranno la Raffaella Carrà e il Piero Pelù della letteratura? E noi saremo tutti lì ad aspettare il Push the button? Eppure dovremmo ricordarceli i protagonisti dei talent. O forse no. Quanti di loro hanno vissuto di breve apparizioni per poi sparire nel nulla? E la letteratura non dovrebbe essere, appunto, cultura? Masterpiece andrà in onda a Novembre ma fa già discutere. Vedremo cosa ne uscirà io temo che sarà l'ennesima grande illusione, il problema è che non abbiamo bisogno di scrittori, di quelli ce ne sono in abbondanza! La verità è che abbiamo bisogno di lettrici e di lettori. E poi, diciamola tutta, sappiamo come funziona la televisione, i tempi morti non sono previsti e la letteratura è FATTA di tempi morti. E allora, alla fine, chi sarà il vincitore? Quello con il talento o quello che si muove meglio sul palco? E quanti cominceranno a scrivere, senza magari aver mai letto nulla, solo per andare in TV?

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