"Masterpiece", scelti i giurati (Corriere della Sera)

Creato il 04 ottobre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
Alla fine, forse, il racconto più intrigante sarà quello non raccontato: tre scrittori che siederanno fianco a fianco e, per una volta, non alzeranno il sopracciglio ciascuno davanti al romanzo dell'altro, bensì, tutti e tre compatti, giudicheranno le opere di terzi.
Sarcasmi a parte, "Masterpiece", il talent show letterario da metà novembre su Rai 3 (prodotto da Rai e FremantleMedia, con la collaborazione editoriale del Gruppo Rcs), ha la sua squadra di giurati. Se il nome di Giancarlo De Cataldo per la verità circolava da un po', le sorprese arrivano dai compagni di banco: Andrea De Carlo e Taiye Selasi. Ovvero, il raffinato interprete del romanzo italiano dagli anni Ottanta ad oggi, e la 33enne autrice che si definisce "afropolitan", radici africane, destino anglosassone, con un ritaglio di vita a Roma. Come da attese, non ci sarà un conduttore, ma un "coach", un personaggio a metà tra l'editoria e la tv, una sorta di mentore per gli aspiranti scrittori che si sfideranno in varie prove narrative: è Massimo Coppola, giovane editore (guida la Isbn), nonché documentarista e autore televisivo.
Dunque una selezione di quei cinquemila manoscritti arrivati alla produzione a fine agosto, ben presto troveranno il loro "tribunale narrativo": tutto è pronto per la prima puntata, a metà novembre, in seconda serata. Il premio: la pubblicazione (Bompiani con Rai Eri) del romanzo inedito in 100 mila copie e la promozione. La sfida: prove narrative di vario tipo, dal reportage al discorso politico alla poesia al racconto. Il dubbio: quanto sarà facile parlare di letteratura in televisione?
"Chissà, magari sarà divertente - sorride De Cataldo -. Di certo non si discute la dimensione segreta della scrittura, ma il processo creativo ha un suo fascino. L'importante è non spettacolarizzare la letteratura, sarebbe fuori luogo: si cercherà invece di mostrarne il lato nascosto". O flessibile, ossidabile, plasmabile: come cambia la scrittura quando entra in competizione? Qual è la reazione chimica che si sprigiona nella narrativa condivisa? "Nei Diari, Schnitzler - continua De Cataldo - racconta degli esperimenti di scrittura 'collettiva' insieme a von Hofmannsthal e altri. L'autore si metteva in gioco, poneva sul tavolo il proprio racconto, pronto per essere raccolto da altri". Modificato, anche, come avveniva nelle serate di poesia della Beat Generation (facevano delle "jam session").
E, se parliamo di mettersi in gioco, De Carlo è forse lo scrittore che maggiormente sfida se stesso: dotato di un certo anticonformismo autoriale (non fa presentazioni, bensì spettacoli in cui incontra il pubblico), con il mezzo televisivo ha un rapporto catulliano: "Rispetto, anzi, amo il mezzo - dice - ma non un certo suo uso, superficiale e sterile. Parlare di libri davanti a una telecamera per me sarà come parlare a un nuovo lettore. E poi io sono per natura un giurato severo: voglio la vita vera nei romanzi".
A dispetto dell'estrema gentilezza nei modi. E sarà interessante vedere come e se il piccolo schermo distorcerà una naturale predisposizione all'affabilità. Come e se la televisione (e il gigantesco commento collettivo che arriva dai social network) trasformerà un'affabulatrice molto bella quale è Taiye Selasi, cosmopolita. intelligente, dalla risposta pronta. Massimo Coppola va dritto al punto: "Ogni cosa è raccontabile". Ineccepibile, nell'epoca dominata da David Foster Wallace e dalla "meta-letteratura", dal narrare le fasi della narrazione, dall'avverarsi di quanto previsto da W.H.Auden nel 1962 ("Oggi il poeta guadagna di più con il parlare della propria arte che non con il praticarla"). La sfida vera di questo talent letterario sarà forse questa: raccontare la meta-letteratura. Ossia il racconto del racconto del racconto. Con le leggi televisive, ma anche con la personalità dei giurati, con le "buone maniere" di De Carlo, l'umorismo di De Cataldo e la simpatia epidermica di Selasi.
Coppola fa notare: "Si parlerà soprattutto di scrittura, la letteratura verrà fuori con la pubblicazione del romanzo inedito. E il romanzo deve essere giudicato con i parametri narrativi". Eppure: quei cinquemila manoscritti arrivati, le centinaia di persone in coda per le selezioni; persino le decine di storie scritte che ogni settimana inondano le scrivanie delle case editrici. Non è forse questo un piccolo microcosmo letterario? Fonte di vicende, intersezioni di vite. De Carlo non nasconde una certa curiosità: "E' un'Italia che non trova spazio da nessun'altra parte, che non viene raccontata".
Dunque, la scrittura verrà documentata e diventerà "share" e Auditel, ma la letteratura saranno le decine di persone che si metteranno a nudo: scrivere non è preparare un piatto di vongole in umido né rifare un successo dei Led Zeppelin. Qui si produrrà qualcosa, si darà concretezza a un'indole. E, alla fine, ci sarà un libro vero, quello sì, giudicabile come esempio di letteratura. Senza contare l'auspicio di De Cataldo: "Magari a qualcuno che guarda da casa verrà voglia di leggere qualcosa di bello". "Masterpiece", forse, va preso così: come un invito alla lettura, in un mondo che (tra post, sms, blog, mail) è sempre più inesorabilmente scritto.
Roberta Scorranese per "Corriere della Sera"

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