Dopo un'infanzia molto difficile - i genitori si separarono a causa di problemi economici e lei rimase con la madre che morì poco dopo - a 20 anni rispose a un'inserzione matrimoniale di un ufficiale, di vent'anni più anziano di lei, di ritorno dalle Indie. I primi anni furono molto felici: si trasferirono in Indonesia dove ebbero due figli. Poi la tragedia: l'improvvissa morte del primogenito per un misterioso avvelenamento e i dissidi col marito che la portarono alla separazione.
Rimasta sola, abbandonò il mestiere di insegnante per trasferirsi a Parigi e tentare la fortuna come ballerina esotica specializzata in danze orientali.
Con il nome d’arte di Mata Hari ("Occhio dell'Aurora" in lingua indonesiana) ottenne ben presto un successo clamoroso in varie città d’Europa. Le si attribuirono, non si sa se reali o inventati, flirt amorosi e relazioni spregiudicate con ministri, esponenti politici di primo piano e militari d’alto grado, in un crescendo di popolarità che fece di lei una vera e propria diva dell’epoca ma che allo stesso tempo accrebbe i sospetti intorno alla sua figura.
Sospetti che sembrarono concretizzarsi quando venne accusata di attività di spionaggio. Attività, va sottolineato, mai chiarite del tutto nei loro contorni e alle quali Margherita si dichiarò sempre totalmente estranea. Non a caso, in questi ultimi anni, aumentano le schiere di coloro che chiedono a gran voce una sorta di riabilitazione pubblica di Mata Hari, forse da considerare più una ballerina con relazioni pericolose che una spia al soldo di potenze straniere.
Accusata di essere l’agente H-21, si proclamò innocente
L’accusa di essere una spia venne formalizzata a carico di Margherita Gertruida Zelle nel pieno della Prima Guerra Mondiale, nel 1917. Sembra che ad orientare il destino di Mata Hari verso il plotone di esecuzione sia stato un dispaccio radio inviato a Berlino dall’addetto militare tedesco in Spagna e intercettato dal controspionaggio francese, in cui la famosa ballerina orientale veniva identificata con un nome in codice da spia, agente H-21.
Gli storici hanno a lungo dibattuto in questi anni se Mata Hari sia effettivamente da considerare un’infiltrata dell’intelligence tedesca in Francia in un periodo cruciale per le sorti dell’Europa o se, al contrario, il suo personaggio ambiguo ed intrigante, oltre che popolarissimo possa essere servito come comodo capro espiatorio per sviare l’attenzione dagli sviluppi delle operazioni militari della Grande Guerra e trovare nello stesso tempo un facile e indifeso colpevole.
Margherita si ribellò al destino incombente e rigettò fino all’ultimo le accuse a suo carico, proclamandosi innocente. Questo però non bastò a modificare il verdetto da parte della corte francese, che la condannò definendola una spia tedesca. Per effetto della sentenza, il suo cammino era destinato a compiersi all’alba del 15 ottobre del 1917. Ma anche l’uscita di scena di Mata Hari, narrano le cronache più o meno romanzate, fu senza dubbio degno di una diva.
La sua figura in film, fiction e videogame
La figura di Mata Hari non poteva che attirare l’attenzione del mondo del cinema. La vicenda rocambolesca ed avventurosa della bella spia olandese si concretizzò ben presto in diverse sceneggiature cinematografiche, già pochi anni dopo la morte di Margaretha Gertruida Zelle.
Uno dei vari film ispirati alle avventure dell’agente segreto ’H-21’, venne interpretato nel 1932 da Greta Garbo. Mata Hari è comparsa da protagonista anche in alcuni sceneggiati televisivi che hanno perpetuato sul piccolo schermo la storia e la leggenda di Margherita. Un mito che si adegua ai tempi, dato che la spia ora ispira anche un personaggio di un videogame uscito in Germania, proprio il Paese per il quale Margherita avrebbe rischiato, e perso, la vita negli anni tumultuosi della Prima Guerra Mondiale.
E chissà se l’attenzione degli storici e dei media intorno a questa figura potrà un giorno contribuire a scagionare definitivamente dalle accuse una donna spregiudicata che provò senza riuscirci ad opporsi all’accusa infamante di avere fatto il doppio gioco: “Corrotta sì, ma traditrice mai”, avrebbe esclamato orgogliosa durante un’udienza del processo, nel tentativo di evitare che il suo nome d’arte passasse alla storia come sinonimo di spia.