Matera e l’effimera Pietà di Pier Paolo Pasolini di Ernest Pignon.

Da Chiara Lorenzetti

Si sceglie di esistere secondo il proprio canone: effimeri o per l’eternità. E’ una scelta personale legata al contigente, ma nessuno può dire di quello che sarà, la scelta che gli altri faranno per noi.

E’ la scelta del temporaneo, quella di Ernest Pignon, eclettico artista francese, nato a Nizza nel 1942. (qui il link del suo sito); la scelta del tempo breve, la carta come tela, il muro di periferia, sudicio, dimenticato, il suo supporto elettivo; il disagio, i reietti, gli immigrati, Cristo, i suoi soggetti preferiti.

Ernest Pignon arriva di notte, non si annuncia, non declama; incolla i suoi dipinti su muri poco acconci e se ne va, nel silenzio.
Al risveglio, nel sonno gravido di poesia e condanne, gli occhi incontrano questo.

Matera. Uno dei muri che portano ai Sassi, quasi nascosto alla vista, lo vedi per caso e resti colpito.
Matera, luogo elettivo del Il Vangelo secondo Matteo, opera cinematografica di Pier Paolo Pasolini, 1964, una trasposizione antidogmatica della vita di Gesù e per questo, all’epoca molto criticato per vilipendio alla religione.
(Qui il video integrale de Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini).

Sesso, consolazione della miseria!

Sesso, consolazione della miseria!
La puttana è una regina, il suo trono
è un rudere, la sua terra un pezzo
di merdoso prato, il suo scettro
una borsetta di vernice rossa:
abbaia nella notte, sporca e feroce
come un’antica madre: difende
il suo possesso e la sua vita.
I magnaccia, attorno, a frotte,
gonfi e sbattuti, coi loro baffi
brindisi o slavi, sono
capi, reggenti: combinano
nel buio, i loro affari di cento lire,
ammiccando in silenzio, scambiandosi
parole d’ordine: il mondo, escluso, tace
intorno a loro, che se ne sono esclusi,
silenziose carogne di rapaci.

Ma nei rifiuti del mondo, nasce
un nuovo mondo: nascono leggi nuove
dove non c’è più legge; nasce un nuovo
onore dove onore è il disonore…
Nascono potenze e nobiltà,
feroci, nei mucchi di tuguri,
nei luoghi sconfinati dove credi
che la città finisca, e dove invece
ricomincia, nemica, ricomincia
per migliaia di volte, con ponti
e labirinti, cantieri e sterri,
dietro mareggiate di grattacieli,
che coprono interi orizzonti.

Nella facilità dell’amore
il miserabile si sente uomo:
fonda la fiducia nella vita, fino
a disprezzare chi ha altra vita.
I figli si gettano all’avventura
sicuri d’essere in un mondo
che di loro, del loro sesso, ha paura.
La loro pietà è nell’essere spietati,
la loro forza nella leggerezza,
la loro speranza nel non avere speranza.”
Pier Paolo Pasolini

Puoi scegliere come vivere: io scelgo di fare un viaggio in ogni cosa che vedo, un viaggio oltre l’apparenza, dentro la storia.

Chiara