Gli inizi a Perugia. “Ricordo il rigore alla Reggina, quello del record, poi con il Perugia impossibile dimenticare lo spareggio con il Toro per tornare in A: partita durissima che alla fine vincemmo ai rigori. E poi, Perugia-Juventus del 99-2000: per me non si doveva giocare.”
Il 5 maggio 2002. “In cuor mio pensavo di aver subito un torto, perché due anni prima alla Lazio avevo consentito di vincere lo scudetto, ma il mio era un ragionamento stupido. Questa è la partita che rigiocherei. E la vincerei.”
Capitolo allenatori. “Mourinho, assieme a Lippi, è l’allenatore che mi ha fatto diventare grande e campione. La differenza tra Benitez e Mourinho? Con Mourinho ho iniziato a giocare meno, si puo’ dire che ho smesso, ma lui è stato sempre chiaro sin dall’inizio. Benitez no. In lui non c’era sincerità, per lui non contava il valore umano”.
L’avversario più temuto. “Sheva è stato l’attaccante che mi ha fatto più male, ma anche io con lui non ho scherzato: era un fenomeno e un giocatore leale”.
Parentesi su Balotelli. “Gli voglio bene come un fratello e il mio grande dispiacere è che lui non riesca ad esprimere le sue grandi qualità: sta buttando la possibilità di essere protagonista.”
Chiusura sul Mondiale 2006 e sulla famigerata testata: “Il Mondiale in Germania? Quando ho alzato quella coppa ho toccato il cielo. La testa di Zidane mi e’ indifferente: resta il fatto che quel gesto ha contribuito a farci vincere”.