1) I prodotti finanziari sulle materie prime costituiscono ormai un modo per diversificare il rischio del proprio portafoglio (asset allocation). Sono considerati, infatti, “investimenti alternativi”, perchè il loro valore è indipendente dall’andamento dei mercati azionari e obbligazionari e, soprattutto, durante le fasi di turbolenza finanziaria, rappresentano beni rifugio. A dire il vero questa teoria è stata messa a dura prova negli ultimi anni, quando le quotazioni delle materie prime si sono mosse in sincronia con le Borse, invece che in controtendenza. A questo ha contribuito molto soprattutto la speculazione. Ma le caratteristiche di beni rifugio rimangono.
2) Può essere interessante investire una piccola parte del capitale in
beni “reali” (le materie prime sono utili all’uomo per mangiare, bere, respirare, trasformare). Le materie prime non andranno mai a zero, mentre le aziende (e quindi le azioni), possono fallire, ma non possono farlo un lingotto o un campo di grano.
3) Tutte le materie prime, in particolare quelle agricole, sono destinate a rincarare grazie alla crescita della domanda dei Paesi emergenti (Cina e India in testa).
4) Le quotazioni dei beni “reali” come le materie prime hanno ancora spazio per crescere per l’aspettativa del riaccendersi dell’inflazione.
Detto questo, è d’obbligo dedicare un piccolo spazio per parlare dell’oro. L’oro è un investimento sicuro?
Partiamo dal presupposto che nessun investimento è “sicuro” in assoluto. L’oro ha vissuto una stagione di rialzo spettacolare negli Anni Settanta, arrivando al record di 873 dollari per oncia (pari a 28,35 grammi) nel gennaio 1980 dai 35 dollari a cui era stato fissato fino al 1971. Il rialzo era stato causato da un insieme di fattori, come l’accendersi dell’inflazione, arrivata a due cifre, il caro petrolio, le tensioni geopolitiche mondiali.
Ma con l’inflazione domata negli Anni Ottanta ed il lungo periodo di pace post guerra fredda, le quotazioni dell’oro sono crollate a 251 dollari l’oncia nell’agosto 1999. Tenuto conto dell’inflazione, oggi l’oro dovrebbe costare circa 2.300 dollari l’oncia, mentre la quotazione attuale è di 1.382 dollari. In questi 30 anni, insomma, non ha svolto il ruolo di bene rifugio sicuro che gli si attribuisce. Inoltre bisogna anche considerare che l’oro, a differenza ad esempio dei titoli di Stato, non paga periodicamente gli interessi.
Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad una corsa all’investimento in oro e in generale in materie prime, favorita dalle previsioni del riaccendersi dell’inflazione e dai bassi tassi di interesse. E la speculazione incalza. Il prezzo dell’oro è salito molto nel 2010 (37%), per cui bisogna essere molto prudenti ad investire su un bene con prezzi così alti, si rischia di entrare tardi in una fase di tendenza (al rialzo) che potrebbe essere nella sua fase finale. I prezzi potrebbero essere “gonfiati” e quindi portati a livello di “bolla” speculativa pronta a scoppiare da un momento all’altro.
Concludiamo quindi ribadendo che, in linea generale, il mercato delle materie prime è interessante e redditizio per i motivi esposti sopra, ma dopo rialzi così consistenti registrati nell’ultimo anno, occorre essere prudenti e studiare bene il mercato (magari insieme ad un esperto consulente finanziario indipendente) prima di investire i propri risparmi.