La Corte suprema della California ha accettato di pronunciarsi sulle unioni gay. A settembre la corte ascolterà le argomentazioni e deciderà se gli oppositori alle unioni omosessuali possono sostituirsi alle autorità dello Stato per fare appello contro la loro legalizzazione.
La Corte suprema è intervenuta dopo che lo scorso agosto il giudice federale Vaughn R. Walker ha definito “anticostituzionale” la ‘Proposition Eight’, il referendum che nel novembre 2008 ha messo al bando le nozze fra omosessuali in California, scatenando la reazione degli artefici del referendum, che hanno subito fatto appello alla corte di San Francisco.
Tuttavia, né l’allora governatore della California, Arnold Schwarzenegger, né l’allora Procuratore generale dello Stato, Jerry Brown, entrambi favorevoli al matrimonio gay, hanno fatto appello, in quanto rappresentanti dello Stato.
La corte di appello ha quindi chiesto alla Corte suprema di stabilire se i difensori della ‘Proposition Eight’ hanno legalmente il diritto di sostituirsi alle autorità per fare appello. Se la Corte deciderà che non possono, è probabile che gli oppositori al matrimonio gay si rivolgano alla Corte suprema degli Stati Uniti. Un passo evitato finora sia dai fautori dei diritti gay che dagli oppositori, per il timore di una decisione definitiva. Se le unioni gay arrivassero infatti davanti ai giudici supremi, la loro decisione avrebbe valore in tutti gli Stati, azzerando le divisioni oggi in vigore a livello locale. Oggi solo gli stati del Connecticut, dell’Iowa, del Massachusetts, del New Hampshire e del Vermont, così come la capitale federale Washington, riconoscono il matrimonio gay.
Fonte: http://gaynews24.com/?p=19074
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Marco Michele Caserta