Matteo lo sfrontato seduce gli orfani di Silvio (di Luigi Vicinanza)

Creato il 25 agosto 2015 da Tafanus

Nelle pagine de l'Espresso non sono mai mancate, neanche nei giorni più cupi del filo-renzismo del gruppo debenedettiano Repubblica/l'Espresso, le covi critiche nei confronti del serial-twitter, malato di annuncite, "piccolo padre" nel nuovissimo PD 2.0, tanto nuovo, che sono sempre meno i vecchi elettori disposti a riconoscersi in esso.

Se oggi persino il Direttore Luigi Vicinanza scrive un editoriale alquanto critico nei confronti del Piccolo Padre, vuol dire che la "strambata" della barca debenedettianaè prossima al suo compimento. Che si stia attenuando davvero, la Vicinanza fra il gruppo editoriale in questione e il renzismo tutto fumo e niente arrosto?  Questo l'editoriale in questione:


Con le promesse fiscali e l'abbraccio dei ciellini, è partita la campagna d'autunno di Renzi. Obiettivo: il blocco sociale che votava a destra (di Luigi Vicinanza - l'Espresso)
MENO TASSE, OVVERO PIÙ LIBERTÀ. Il pragmatismo ideologico del presidente del Consiglio rompe ogni schema. Rianima la sinistra. Solletica la destra. Diminuire la pressione fiscale - narra lo storytelling renziano - non è uno strumento per conquistare consenso elettorale. No. Manco a pensarlo. La riduzione delle tasse aumenta il tasso di libertà del Paese, aumenta il tasso di giustizia sociale. Applausi.
Il più sfrontato leader che un partito di centrosinistra potesse avere rifonda in pochi concetti anni e anni di interminabili dibattiti. Così oggi più che mai appare surreale interrogarsi se tagliare le tasse sia di destra o di sinistra. È un programma di governo. Punto. Dunque è giusto dar credito all'impegno preso da Matteo Renzi.
Il premier-segretario ha rilanciato la sua campagna fiscale da Rimini. Che apre una campagna elettorale non dichiarata: cento incontri in altrettante città italiane. Un tour continuo a sostegno dell'attività del governo. L'anno scorso Matteo il rottamatore aveva snobbato il meeting di Comunione e Liberazione. Martedì 25 agosto Matteo il riformatore è stato accolto dall'apparato ciellino come un amico. Termometro sensibile del potere acquisito. Da quella platea, come già anticipato all'inizio del mese, Renzi ha scandito il cronoprogramma delle buone intenzioni: tra un anno niente più Tasi e Imu per tutti; nel 2017 un sensibile abbattimento dei prelievi sui profitti delle imprese: dall'attuale 31 al 24 per cento, un punto sotto la Spagna; e infine nel 2018, alla conclusione naturale della legislatura, si metterà mano all'Irpef.
E ora avanti tutta, sintetizza "l'Unità", tornata di recente in edicola renziana come non mai. Poco importa se le coperture finanziarie siano incerte; se il contagio della crisi cinese metta a rischio la debole ripresa europea. Renzi, conquistando il cuore del conservatorismo cattolico, scompagina ancora una volta le truppe alla sua sinistra e alla sua destra. E accantona la fastidiosa incombenza del caso Roma dove l'evanescenza di Ignazio Marino, sindaco marziano, conduce nelle mani più ferme del prefetto Gabrielli la gestione del Giubileo.
AGLI AMICI-NEMICI della minoranza dem il messaggio è a muso duro: qualsiasi tentativo di far cadere il governo - sulla riforma del Senato, innanzitutto, o su altri provvedimenti indigesti prossimi venturi come regolamentazione degli scioperi e del sindacato - si ritorcerà sulla vecchia guardia. Perché se si dovessero sciogliere le Camere in anticipo, le tasse non potrebbero essere abbassate, secondo il felice cronoprogramma. Insomma un incidente di percorso, pur sempre in agguato, ed eventuali elezioni anticipate trovano ben agguerrito il partito del premier, pronto a regolare una volta per tutte le questioni con la sinistra interna.
ANCHE A DESTRA il pragmatismo del premier crea effetti collaterali. Intanto Comunione e Liberazione è una formidabile macchina del consenso. Con la quale fare i conti in vista delle prossime elezioni amministrative di primavera a Milano e in altre città del nord. Le cronache del dopo-meeting raccontano di un Pd potabile e votabile per l'esigente mondo ciellino.

L'effetto tasse mina il già sgarrupato quartier generale di Forza Italia. Da cui si entra e si esce attraverso comode porte girevoli. Se Denis si promette a Matteo portandogli in soccorso un manipolo di "responsabili", Nunzia si ripromette a Silvio e forse porta in dote qualche scontento dell'Ncd. Verdini e De Girolamo, crisi incrociate.
La campagna renziana, dopo il magro 4 a 3 delle elezioni regionali di maggio, solletica proprio l'elettorato del nord, piccoli imprenditori, artigiani, partite Iva. Quella che fu la base sociale del successo dell'ex Cavaliere.

Infatti se la narrazione del premier-segretario mira a far sentire meno tartassate quelle categorie, nulla si dice sul fronte della lotta all'evasione fiscale. Resta un tema ostico. Connaturato ai vizi italici. Che Renzi, con lucida visione, continua a non voler intaccare. È mestiere da gufi. Lui preferisce incantare.

Luigi Vicinanza

Grande accoglienza a Renzi da parte dei ciellini

...come ai tempi belli...

...e intanto continua ad imperversare lo "scintillomane" dell'Unirenzità...


Caro scintillomane, dovresti informare il tuo padrone che dei due milioni di voti persi (o sono di più?) non lo dice solo solo l'Istituto Dalemos, ma anche Demos, Ipsos, e persino Euromedia dell'alleato Berlusconi... Un'altra cosa... Il metodo di storpiare i nomi lo usavo in terza elementare, ma già in quarta mi vergognavo di averlo fatto. Poi lo avete ereditato prima Emilio Fede, poi voi. E vergognarsi, magari a giorni pari o dispari?

Questo "coso" è tornato in edicola!

Ora facciamo in modo che ci resti!

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