Riassunto delle puntate precedenti: Vi_di, dopo aver schi(F)vato uno stradino senza il senso del tempo e un parcheggiatore senza il senso dello spazio, veleggia verso l'ospedale.
TERZA ED ULTIMA PUNTATA
Sopravvoliamo, per dirla con Guzzanti, sui quattro piani a piedi causa paura dell'ascensore (oh, non stanno mai a pianterreno i posti che servono a me!);sopravvoliamo sulla caccia all'ambulatorio resa ardua sia dalla mia scarsa pratica del luogo sia dal fatto che l'ospedale è a forma di corona circolare sicché se sbagli direzione rischi di continuare a girare in tondo a vuoto; sopravvoliamo sul tizio che non so se fosse assai originale o assai furbo, il quale pa-rla-va-a sca-tti e pretendeva di essere primo pur essendo arrivato per ultimo; sopravvoliamo sul monitor rotto e la conseguente necessità di farmi mezzo ospedale al trotto dietro ad un medico con l'animo da podista alla ricerca di un monitor funzionante, col dottore che a passo di marcia ripeteva a cantilena: 'I monitor so' scassati, ma tenimm belli corridoi; che corridoi a sto spitale! E che belli corridoi che tenimm'o spitale!'
Mi soffermo invece sul medico del reparto che, alla quinta provetta di sangue che mi veniva estorta, a me che ho chiesto se mi stessero facendo un prelievo o un salasso, ha ribattuto: 'Eh, signora cara, ce ne vuole per salassare un pezzo di donna come voi!' Mi soffermo sul tizio perché servirà dopo, tenetelo a mente.
Piccolo inciso: il fatto che io abbia sopravvolato non vi induca a pensare che tutti gli episodi di cui ho fatto cenno mi siano passati addosso senza colpo ferire. Tutt'altro! Ma essendomi imposta di essere zen, mostravo un aspetto calmo, serafico e disteso.
Però, come diceva nonno Michele, in corpo faceva l' effetto!
Effetto che si è palesato ad un orario preciso: alle 14,20.
Erano infatti le 14,15, quando, avendo fatto ormai quasi tutto, l'ultimo step che mi rimaneva era riportare in reparto la mia cartella, e mi sono avviata con la leggerezza di chi finalmente si è tolto un peso.
Entro nella stanza dei medici e rieccolo: lo spiritoso della mattina, quello che vi ho chiesto di tenere a mente. Stava parlando con un altro medico e vedendomi entrare, mi si rivolge come a voler sostegno nella discussione:
- Signora, dite voi al collega se ho ragione o torto: non è forse vero che a volte si dicono parole che però sono vuote di significato reale?
Era tardi, avevo fretta perché mi aspettava una cara amica di passaggio veloce da queste parti, in tutto questo non ero manco certa di trovare la mia auto, sicché non ho abboccato al quiz, ma l'ho solo guardato interlocutoria.
Erano le 14,20, e il tizio, per essere più esplicito, enuncia:
- Per esempio, prendete il caso Ruby e quel povero Berlusconi. Dicono sesso, dicono orge, ma dico io, quello tiene 73 anni, è stato operato alla prostata, che sesso volete? La gente parla per parlare, per fare del male! Sono solo paro...
- E no eh!!! E basta! - sono esplosa- Pure 'o dottore berlusconiano no, nun ci 'a pozzo mai fà!!!
E, mentre il tizio mi guardava con occhio vitreo e il collega ridacchiava sotto i baffi, ho sbatacchiato sulla scrivania con quanto più malgarbo ho potuto la cartella clinica e sono uscita a valanga mentre così delicatamente mi esprimevo:
-E vabbuono 'o stradino fesso, e vabbuono 'o parcheggiatore strunzo, e vabbuono 'o furbo che fa 'o fesso pe' passà prima, e vabbuono 'o monitòr scassato, ma 'o mierico berlusconiano no! E che cacchio, po' dice che a una si spost'a nervatura!
Per la cronaca, 'a nervatura mi si era spostata, ma la macchina non era stata mossa di un millimetro. E non ho nemmeno pagato il parcheggio.
FINE