M'illuminod'immensocon un brevemoto di sguardi
Giuseppe Ungaretti, Mattina.
Alle scuole medie era uno dei miei preferiti.
Per me, allora, era quello che scriveva le poesie più corte, e quindi più facili da imparare a memoria.
A me che non è mai piaciuto imparare le cose a memoria.
Vedevo questa azione come una cosa impersonale, il ripetere parola per parola pensieri di altri, forse anche contaminato dall'allora insofferenza alla "preghiera", così meccanica, vuota, impersonale, ripetitiva, sterile sottomissione ad un rigido schema.
Oggi, mi accorgo che quando mi capita di ascoltare persone che citano versi a memoria, provo una certa ammirazione nei loro confronti.
Figlio della Storia, nato ad Alessandria d'Egitto da un lucchese manovale allo scavo del Canale di Suez, attraversando, partecipandovi, tutto il "Novecento", arrivando all'alba degli anni '70.