Per arrivare al Teatro Due Roma abbiamo dovuto affrontare un lungo cammino, fronteggiando le maree umane che riempono con i loro corpi il tempo morto domenicale. Soli, isolati, annegati in grandi schermi luminosi, senza conoscere ciò che poco distante da loro sta per sbocciare. Arriviamo alla metro A di Piazza di Spagna ed è un magma di carne di cui non si vede fine, ammassati con in alto i loro schermi per immortalar(si) un ricordo: il massimo lascito dell'umanità odierna è un anonimo selfie, un ritratto usa e getta che muore nell'anonimato. Arrivati al Teatro Due la folla svanisce, come di consueto in un teatro, luogo sacro e solenne, tutto ciò che di meglio puoi chiedere ad una domenica o in qualsiasi altro giorno. E pare davvero un luogo sacro, perché in sala sentiamo il pubblico in attesa parlare con un tono di voce "soffiato", come a non rompere l'incantesimo già creato con l'ingresso in sala. Nessun sipario, luci accese, teli bianchi a coprire dei quadri e poi inaspettatamente entra Maturina, fantesca di Leonardo Da Vinci. Un lampo, la mente si rischiara, si distende, la luce che attendevamo è arrivata e svaniscono i contorni distorti dall'indifferenza mondana. Noi pochi, godremo. Ed è un gran godere questo spettacolo di e con Patrizia La Fonte, monologo scritto e interpretato - o meglio vissuto - rispolverando una nostalgica lingua fiorentina del '500 che per nulla ostile arriva agli orecchi di noi contemporanei e dove, una volta tanto, il personaggio protagonista non è lì per parlare di sé, ma per accoglierci e raccontarci del maestro Da Vinci, della sua eredità, del lascito di un genio e di quel suo ingegno che abbiamo amaramente sciupato, come del resto già lo stesso Leonardo soleva dire a Maturina: "l'uomo potrà fare in futuro vita più agevole, ma non diventerà migliore". Un testo che è una perla di arguzia e intelligenza, di eleganza drammaturgica, una fine tessitura di citazioni, inviti alla riflessione e gioco, sì, gioco scenico.
Matteo Di Stefano
MATURINA FANTESCA, EREDE DI LEONARDO DA VINCI
di e con Patrizia La Fonte
aiuto regia Simona Oppedisano
luci Ivano Salamida
tecnico luci e intrusioni Lorenzo Venturini
sartoria Maedis
progetto grafico Paolo Basile
organizzazione Valentina Ricci
fino al 2 novembre 2014 presso
TEATRO DUE STABILE D'ESSAI
Vicolo dei due macelli 37, 00187 - Roma
teatrodueroma@virgilio.it - 06/6788259