Maturità col cellulare sotto il banco o nei bagni. Esami a rischio?

Creato il 22 giugno 2015 da Yellowflate @yellowflate

È il telefonino il nuovo nemico dei professori impegnati nella sorveglianza degli esami di fine anno scolastico.

Il cellulare mette sempre più in difficoltà professori ed esaminatori. Aumenta il numero dei ragazzi disperati che pensano di fare affidamento al cellulare disposti a correre il massimo rischio durante gli esami di maturità. Lo studente in aula scatta la foto di nascosto alle domande d'esame e la manda ai compagni della classe parallela che entreranno nel turno successivo. E poi ancora: ragazzi che col cellulare sotto il banco accedono a internet per trovare le risposte ai quesiti posti dalla prova scritta. Altri che lasciano addirittura l'iPhone in bagno per poi consultarlo quando si assentano dall'aula per fare i loro bisogni. Aneddoti, spifferi che provengono dai corridoi delle scuole italiane immerse negli esami di fine anno. Se si considera che la maggior parte dei giovani tra i 12 e i 19 anni possiede almeno un cellulare, si capisce come oggi a uno studente possa bastare un semplice click, e un po' di sangue freddo, per accedere a un universo di risposte. E potenzialmente sarà sempre peggio anche perchè sono in arrivo altri strumenti oltre il telefonino, come orologi, occhiali e altri ancora con dotazioni analoghe. Mentre in alcuni casi il docente chiede addirittura di spegnere e consegnare i cellulari prima dell'inizio della prova scritta, generalmente ci si affida soprattutto all'onestà degli studenti,anche perchè confiscare i cellulari, non risolve il problema completamente. Qualcuno potrebbe nascondere un apparecchio nei bagni o nei corridoi. Ma studenti fate bene attenzione! L'uso del cellulare è bandito dalla norma che prevede se il cellulare squilla durante la prova d'esame è legittima l'esclusione del candidato. In particolare la nota 11 maggio 2010, n. 3614 del Ministero dell'Istruzione determina i criteri da seguire sugli "adempimenti di carattere organizzativo e operativo relativi all'esame di Stato" ed ha ritenuto di tenere conto dell'evoluzione tecnologica nel settore dei mezzi di comunicazione, arricchendo le prescrizioni di condotta già contenute nella previgente disciplina.Lo si aspetta per cinque lunghi e faticosi anni e quando arriva, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello " Sportello dei Diritti ", non ci si può permettere di veder sfumare l'esame di Stato per una sciocchezza del genere. Comunque secondo un'indagine condotta da Skuola.net subito dopo la prima prova scritta, solo il 3% dei maturandi ha copiato attraverso internet. In ogni caso dobbiamo fare in modo che il concetto di esame mantenga la sua serietà anche se non sarà evidente, è una delle sfide per i prossimi anni.

Lecce, 22 giugno 2015

Giovanni D'AGATA

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