Il conservatore Mauricio Macri ha vinto le elezioni presidenziali in Argentina con il 51,5 per cento dei voti. Macri, candidato dell’opposizione, ha sconfitto Daniel Scioli, rappresentante del partito al governo di Cristina Fernandez, che ha preso il 48,5 per cento. Scioli ha ammesso la sconfitta.
Si conclude un ciclo di governo da parte della sinistra peronista in Argentina durato 12 anni. Iniziato con l’elezione a presidente di Néstor Kirchner nel 2003, quello che era poi stato chiamato “kirchnerismo”, era continuato con la vittoria alle elezioni presidenziali del 2007 della moglie di Kirchner, Cristina Fernandez.
Mauricio Macri, proviene da una delle famiglie più ricche del Paese ed è figlio di un costruttore edile di origine italiana. Il neo eletto presidente è stato sindaco di Buenos Aires dal 2007 e anche presidente della squadra di calcio Boca Juniors.
La campagna elettorale è stata polarizzata tra i sostenitori dei programmi di welfare portati avanti da Cristina Fernandez e chi denunciava le difficoltà economiche dell’Argentina.
“È una giornata storica”, ha detto Mauricio Macri nel discorso con cui ha annunciato la vittoria. “È l’inizio di una nuova era” ha aggiunto. Il neo eletto presidente ha però messo in guardia i suoi sostenitori “non possiamo risolvere il primo giorno tutti i problemi lasciati da questo governo”.
(Il tweet con cui Mauricio Macri ha annunciato la vittoria alle elezioni argentine)
¡Es acá y es ahora!! ¡Vamos Argentina!! #Cambiamos pic.twitter.com/tb6cWjAbbf— Mauricio Macri (@mauriciomacri) 23 Novembre 2015Quando entrerà in carica il 10 dicembre, Macri si troverà un Paese con un’inflazione vicina al 30 per cento, una crescita vicina allo zero e un’elevata spesa pubblica.
Tra le prime misure che Mauricio Macri ha annunciato ci sarà la rimozione delle leggi per il controllo dei capitali che limitavano l’acquisto di dollari statunitensi. Macri ha anche promesso che abbasserà le tasse, che prenderà provvedimenti per attrarre investitori stranieri e che si impegnerà a risolvere il contenzioso con i creditori statunitensi derivato dalla crisi finanziaria che colpì l’Argentina nel 2001.
Fonte: The Post Internazionale