Sabato 19 dicembre alle ore 12 verrà inaugurata presso il nuovo spazio espositivo OF del Palazzo delle Orsoline quella che si preannuncia come la mostra più importante ospitata da Fidenza negli ultimi anni. Grazie alla collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura del Comune e la Diocesi di Fidenza viene infatti presentata l’eccezionale antologica di uno tra i principali protagonisti della pittura italiana dagli anni Sessanta a oggi, Maurizio Bottarelli.
La rassegna, dal titolo “Maurizio Bottarelli: opere. I lenti ricercari della pittura”, viene ospitata a Palazzo delle Orsoline e in contemporanea alla Chiesa di San Giorgio, dove l’artista bolognese espone in anteprima l’ultimissimo ciclo di opere dedicato al tema del volto.“Portare a Fidenza l’opera di Bottarelli significa anzitutto permettere allo spettatore di immergersi in una pittura di incredibile spessore tecnico e artistico. In Bottarelli l’assoluta qualità del fare pittura si sposa perfettamente con una tensione emotiva che ha pochi eguali nel panorama artistico contemporaneo. E tocca, anche nell'ultima serie delle drammatiche Teste, livelli di altissima espressività. E’ un’occasione davvero unica per la città e allo stesso tempo un doveroso omaggio della comunità fidentina nei confronti di uno dei suoi più illustri cittadini”.Mautizio Bottarelli, nato a Fidenza nel 1943, è protagonista dagli anni sessanta della scena artistica italiana ed estera. Su di lui hanno scritto, a partire da Francesco Arcangeli, i principali critici d’arte italiani e la sua opera è stata esposta in numerose e prestigiose rassegne, in Italia e all'estero: Bottarelli infatti oltre ad aver insegnato all'Accademia di Brera e a Bologna, ha tenuto corsi universitari in Inghilterra, California, Australia e Nuova Zelanda.
Norway 2010
L’ideale percorso della mostra ha inizio nelle sale del Palazzo delle Orsoline con le grandi tele dedicate all'amato tema del Paesaggio, ampie e coinvolgenti visioni di natura scavate ed indagate con colori che affascinano, fin dal primo sguardo e che hanno il loro vertice nella grande tela di sette metri e mezzo dedicata a Garcia Lorca. “Laghi, tempeste - scrive in catalogo Fabrizio d’Amico - gorghi di luce; spartiti da un orizzonte spoglio e muto, che spezza in due metà l’immagine, invasa in alto dalla luce piena e bianca del giorno, in basso dal bruno e dal nero della notte. Quadri poveri e sontuosi, aspri e commossi, che segnano certo un vertice di questa pittura”. Nella Chiesa di San Giorgio ecco invece le ultimissime tele dedicate alle Teste, opere drammatiche che dialogano perfettamente con gli spazi dell’edificio sacro. Qui, si legge nel testo di Simone Ponzi, “Bottarelli sapientemente mette in scena forme e colori che dal buio di una notte che sa di carbone e grafite sembrano avanzare verso di noi, verso la nostra comprensione. E lo fanno, in fondo, senza aggredirci ma sussurrando, nel silenzio di un tempo sospeso, che la loro è la nostra condizione.” M. P.