McDonald’s senza glutine. Lo vogliamo davvero?

Da La Sphiga Di Grano @LaSphigadiGrano

Adesso che è un po’ calato l’entusiasmo intorno alla notizia dell’hamburger per celiaci di McDonald’s, posso finalmente dire la mia. Non che sia un’opinionista, e nemmeno un’esperta di cibo, ma parlo in quanto appartengo alla categoria dei celiaci, donna, di età compresa tra i 25 e i 34 anni anni, con una vita sociale normale e un fidanzato (non celiaco) e come individuo target di un prodotto immesso sul mercato da pochissimo: il Gluten Free Burger.

In tutta la mia vita pre-celiaca penso di aver mangiato da McDonald’s 3 voltee: la prima volta è stato in Francia, a Parigi. Avevo 11 anni ed ero andata in vacanza con le mie cugine. La mia mente all’epoca era quasi del tutto priva di ogni preconcetto ed entusiasmo circa cibo spazzatura, ero abituata dalla mia famiglia ad agognare il coniglio in umido della domenica, la ribollita toscana e la bruschetta con l’olio a merenda. Questi gusti contadini mi avevano lasciato del tutto indifferente di fronte all’esperienza del fast food.
La seconda volta è stato, mi pare, a Roma, eravamo sempre in vacanza, stavolta tutta la mia famiglia e non trovando un posto libero nei ristoranti del centro decidemmo di mangiare qualcosa al volo al McDonald’s. Il ricordo che ho di quella esperienza non è né positivo né negativo, soprattutto non riguarda il cibo, ma l’idea di mangiare qualcosa di esotico tutti insieme.

Tutto questo preambolo per dire che a me, il cibo di McDonald’s non è mai piaciuto. Nessun complotto o crociata contro il cibo spazzatura, anzi mi capita di tanto in tanto di comprare la carne, il pane, le patate e farmi un hamburger casalingo, condito con salse, tabasco e ketchup. In passato ci ho messo pure il bacon, quindi il grasso non mi spaventa. Semplicemente il prodotto offerto da McDonald’s non va d’accordo con il mio palato. Le mie papille gustative non fanno la ola come accade quando mangio i cardi in umido. Problema mio.

Venerdì scorso dopo una giornata dedicata all’imbiancatura (sto traslocando di nuovo). Mi trovo a fare le corse all’Ikea con il mio fidanzato per comprare diverse cose, se non che dopo aver già superato l’uscita di Prato ovest dimentico che la chiusura nei giorni feriali è fino alle 21 e non alle 22 come pensavamo. Bene, torniamo a casa…Ma un po’ per pigrizia un po’ perché ero davvero curiosa di provare il nuovo burger propongo di fermarsi a mangiare al McDonald’s, almeno avremmo risparmiato un po’ di tempo una volta tornati a casa.

Arriviamo al dunque, inutile che vi faccia i discorsi sul personale ultragentile e l’arredamento, tanto lo conoscete tutti. L’Hamburger per celiaci di McDonald’s si presenta come descritto da molte notizie: due fette di pane, due fette di carne macinata, due fette di formaggio.

Che dire, non voglio certo schierarmi contro e condannare le due aziende. Credo che McDonald’s e abbiano faticato enormemente per lanciare il nuovo burger senza glutine adatto ai celiaci (ci dimentichiamo troppo facilmente che dietro la nascita di un prodotto ci stanno delle persone con due occhi, naso, bocca e sentimenti come noi), ma dire che mi abbia entusiasmato proprio no. Non mi è piaciuto il pane, gommoso e finto; la carne insipida e con calletti; del formaggio non ricordo sapore.
Mi ha entusiasmato invece l’iniziativa, quello sì e il mio pensiero va soprattutto ai giovanissimi che vivono un’omologazione necessaria anche sul fronte del cibo, vuoi per gli ormoni vuoi perché mangiare junk food è figo.
Mangiare fuori casa è molto più democratico, non tanto per me quanto per una fetta del pubblico celiaco italiano, in particolare per molte famiglie. Tuttavia spero che ai genitori adesso non venga in mente di portare il figli a fare merenda senza glutine da McDonald’s.
Oltre al panino ho preso una confezione di patatine senza glutine perché fritte in una friggitrice separata. Buonine, niente da dire, anche se preferisco quelle fresche di casa mia. Se per qualche congiunzione astrale dovessi tornare ordinerei quelle, magari una porzione grande, ma il panino no.

Inoltre la mia ultima speranza va a tutti i ristoratori, questa novità deve servire da esempio. Il mercato del food è ufficialmente cambiato, avanti i migliori.

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