Nella primavera del 2010 venne arrestata Karima El Marough, alias Ruby, e da lì ebbe inizio un porno processo su scala planetaria che ha cotto a fuoco lento l'allora premier Berlusconi e distrutto la vita al suo harem di ragazze che tali erano per la funzione privata che lo stesso Berlusconi ha da sempre, uomo di spettacolo, miliardario e proprietario di televisioni. Dopo anni di pettegolezzi, di domande perverse rivolte alle facenti parte dell'harem del tipo "vi toccava? eravate vestite o nude? come ballavate?", dopo queste attente indagini siamo arrivati alla condanna in primo grado a sette anni, prostituzione minorile e concussione. Svolta inaspettata, in secondo grado il Caimano viene assolto con formula piena. Riabilitata la sua figura come anziano padre di famiglia e nonno ed anche smentite quelle voci intercettate che lo dipingevano come un maniaco dall'erezione facile.
Da qui si passa alla fase due, ovvero le reazioni di sconcerto o di felicità causate dall'inaspettata assoluzione. Per l'appunto solo gridi di gioia o musi lunghi per il dispiacere, nessuno e dico nessuno si è posto la domanda su cosa cavolo sia stato scritto in questi lunghi quattro anni e sul perché sia stato scritto, dato che l'assoluzione è stata così piena e scontata, praticamente ovvia. Nessuno si è chiesto se in questi quattro anni sia stata fatta informazione o sia stata combattuta una lotta interna, di cui sono stati protagonisti anche i giornali, che ha finito per distruggere soprattutto quelle ragazze coinvolte nel processo e che erano le più deboli ed indifese.
Nessuno dei Santoro o Travaglio o Floris o Formigli eccetera ha chiesto scusa a tutte quelle persone che avevano già condannato solo per il fatto d'essere coinvolte in una questione riguardante Berlusconi, nè una scusa e nè una smentita, ma si sa che chi si ritiene deontologicamente superiore non può neanche abbassarsi a formalità di questi tipo. Adirittura qualcuno di questi si è vergognato talmente tanto che si è rifatto la carta d'identità, un Formigli che si definisce garantista e una Zanardo che nega d'avercela con Berlusconi.
A mio modestissimo parere dovremmo andare oltre, fare un passo avanti e con il solito ritardo scusarci per aver tirato avanti questo gioco al massacro che ha coinvolto privati cittadini e l'Italia intera, ma che piuttosto avremmo dovuto nascondere per il bene patrio, soprattutto all'indomani della sentenza di assoluzione.
Io sono ferocemente schierato, berlusconiano fino al midollo perché oltre che un genio lo ritengo un martire, quindi difendibile e sostenibile a priori, sono rozzo e volgare certe volte, ma non posso credere che, come fummo capaci di montare un caso su prove inesistenti, non si possa al contrario chinare la testa e fare un mea culpa.