Sabato 30 settembre, con un convegno al Castello Mediceo di Melegnano, si è aperto l'anno scolastico del Centro "Giovanni Paolo II", la scuola presso la quale il CREMIT ha attivato una maxi-sperimentazione per il curricolo di Media Education nella scuola primaria e secondaria di secondo grado.In quest'occasione ho provato a ragionare sugli spunti, di riflessione e operativi, provenienti dalla Raccomandazione del 20.08.2009 della Commissione Europea su "Media Literacy in the digital environment for a more competitive audiovisiual and content industry and an inclusive knowledge society".Isolo quattro affermazioni "pesanti" della Raccomandazione (probabilmente sfuggita ai più, ancora intenti ad occupazioni più amene sulle spiagge o sulle cime del Belpaese):1) la Media Literacy è "un fattore importante per la cittadinanza attiva nell'odierna società dell'informazione" (art. 3);2) la Media Literacy "si riferisce alla capacità di accedere ai media, di capire e valutare criticamente i diversi aspetti dei media e i loro contenuti e di creare comunicazioni in una varietà di contesti" (art. 11);3) la Media Literacy "è un'abilità fondamentale non solo per i giovani, ma anche per adulti e anziani, genitori, insegnanti e professionisti dei media" (art. 15);4) "Le modalità di inclusione della Media Literacy nei curricoli di scuola a tutti i livelli sono primaria responsabilità degli Stati membri" (art. 18).Si tratta di quattro affermazioni di fondamentale importanza. Vi si sostiene: la stretta relazione tra competenza mediale e cittadinanza; il carattere composito di questa competenza, non solo tecnica, ma di lettura critica dei dati e di scrittura creativa; la trasversalità della Media Literacy rispetto a tutte le età della vita; l'obbligo per la scuola di farsene carico.Su quest'ultimo punto nella nostra sperimentazione abbiamo precorso i tempi, disegnando un curricolo integrato che fa della Media Education uno degli assi portanti dell'offerta formativa attraverso tre scelte strategiche:1) la corresponsabilità degli insegnanti disciplinari. La Media Education non è una disciplina a sé, ma un monte-ore interstiziale alle diverse discipline che viene speso in maniera equilibrata tra laboratori co-gestiti da esperti e insegnanti e riprese da parte dei singoli insegnanti nelle loro discipline;2) la presenza di una figura specifica di media educator con funzione di coordinamento e supporto per gli insegnanti;3) la collaborazione organica con un centro di ricerca (nel nostro caso il CREMIT).L'esperienza partita lo scorso anno sta dando risultati superiori alle attese e in netto anticipo rispetto agli orientamenti di sistema della scuola italiana. Siamo consapevoli di non occuparci solo di strumenti tecnologici, ma di preparare i cittadini di domani.
Sabato 30 settembre, con un convegno al Castello Mediceo di Melegnano, si è aperto l'anno scolastico del Centro "Giovanni Paolo II", la scuola presso la quale il CREMIT ha attivato una maxi-sperimentazione per il curricolo di Media Education nella scuola primaria e secondaria di secondo grado.In quest'occasione ho provato a ragionare sugli spunti, di riflessione e operativi, provenienti dalla Raccomandazione del 20.08.2009 della Commissione Europea su "Media Literacy in the digital environment for a more competitive audiovisiual and content industry and an inclusive knowledge society".Isolo quattro affermazioni "pesanti" della Raccomandazione (probabilmente sfuggita ai più, ancora intenti ad occupazioni più amene sulle spiagge o sulle cime del Belpaese):1) la Media Literacy è "un fattore importante per la cittadinanza attiva nell'odierna società dell'informazione" (art. 3);2) la Media Literacy "si riferisce alla capacità di accedere ai media, di capire e valutare criticamente i diversi aspetti dei media e i loro contenuti e di creare comunicazioni in una varietà di contesti" (art. 11);3) la Media Literacy "è un'abilità fondamentale non solo per i giovani, ma anche per adulti e anziani, genitori, insegnanti e professionisti dei media" (art. 15);4) "Le modalità di inclusione della Media Literacy nei curricoli di scuola a tutti i livelli sono primaria responsabilità degli Stati membri" (art. 18).Si tratta di quattro affermazioni di fondamentale importanza. Vi si sostiene: la stretta relazione tra competenza mediale e cittadinanza; il carattere composito di questa competenza, non solo tecnica, ma di lettura critica dei dati e di scrittura creativa; la trasversalità della Media Literacy rispetto a tutte le età della vita; l'obbligo per la scuola di farsene carico.Su quest'ultimo punto nella nostra sperimentazione abbiamo precorso i tempi, disegnando un curricolo integrato che fa della Media Education uno degli assi portanti dell'offerta formativa attraverso tre scelte strategiche:1) la corresponsabilità degli insegnanti disciplinari. La Media Education non è una disciplina a sé, ma un monte-ore interstiziale alle diverse discipline che viene speso in maniera equilibrata tra laboratori co-gestiti da esperti e insegnanti e riprese da parte dei singoli insegnanti nelle loro discipline;2) la presenza di una figura specifica di media educator con funzione di coordinamento e supporto per gli insegnanti;3) la collaborazione organica con un centro di ricerca (nel nostro caso il CREMIT).L'esperienza partita lo scorso anno sta dando risultati superiori alle attese e in netto anticipo rispetto agli orientamenti di sistema della scuola italiana. Siamo consapevoli di non occuparci solo di strumenti tecnologici, ma di preparare i cittadini di domani.
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