E' la fotografia scattata da R&S di Mediobanca su un settore che l'anno scorso valeva lo 0,55% del Pil e che ha sofferto soprattutto per il forte ridimensionamento degli investimenti pubblicitari: -9,6% la raccolta aggregata nel 2013, -15,5% nel 2009-2013. Hanno tenuto invece i servizi a pagamento (+0,3% nel 2013, +7,6% dal 2009) e il canone Rai (+0,5% l'anno scorso, +6,6% nei cinque anni).
La classifica per fatturato 2013 mostra quindi il gruppo Mediaset in testa con 3,36 miliardi (ma senza la controllata spagnola scenderebbe al terzo posto con 2,44 miliardi), seguita da Sky con 2,85 miliardi, Rai con 2,65 miliadi e La7 con 115 milioni. Nel confronto R&S non ha tenuto conto di Discovery Channel che nel 2013 ha fatturato 144 milioni. Mediaset è al primo posto per produttività del lavoro (valore aggiunto netto per dipendente) e per incidenza del costo del lavoro sul valore aggiunto netto (CLUP); il Biscione vince anche per margine operativo netto su fatturato, al 7,5% (la metà del 2009) contro il 3,1% di Rai, l'1,4% di Sky Italia (negativa La7).
Negli ultimi cinque anni, l'industria televisiva italiana ha visto calare il proprio giro d'affari del 9% circa e ha perso quasi mille posti di lavoro. È l'analisi effettuata da Ricerche&Studi Mediobanca sui «campioni» del comparto tv nazionale (Rai, Mediaset, Sky Italia e La7). Entrando nel dettaglio i ricavi, principalmente a causa del -15,5% degli introiti pubblicitari, sono scesi dell'8,8% a 8,9 miliardi di euro. La contrazione più rilevante nel periodo è stata quella di Rai (-14,8%), nonostante il +6,6% di entrate da canone), seguita dal -12% di Mediaset. In controtendenza invece Sky (+1,6% nel periodo 2009-13) e La7 (+1,8%). Nello stesso periodo il numero dei dipendenti di queste quattro aziende è calato da 24.109 del 2009 a 23.176 dello scorso anno: una flessione del 3,1% complessivo (-3,1% i giornalisti) realizzata tuttavia interamente nel 2013 (-4%). Per Mediaset il calo dei dipendenti sui cinque anni è stato
Quanto al risultato netto, la Rai ha cumulato tra il 2009 e il 2013 perdite per 396 milioni, segnando un utile solo nel 2011 e nel 2013; Mediaset ha sommato nel quinquennio utili per 571 milioni chiudendo solo il 2012 in perdita, Sky Italia per 314 milioni con un rosso di 48 milioni solo l'ultimo anno; La7 ha subìto perdite complessive per 507 milioni, senza mai raggiungere l'utile.
Sul fronte patrimoniale, il gruppo più solido è Sky con un'incidenza dei debiti sui mezzi propri scesa dal 67,5% nel 2009 al 16,4% nel 2013; quella di Mediaset è diminuita dal 65,4% al 56,9%, la Rai si è progressivamente indebolita dal 27,2% (2009) al 151,4% nel 2013 a causa della riduzione del capitale netto per perdite. Nel 2013 La7 non aveva debiti finanziari.
Nel 2013 i quattro maggiori operatori televisivi italiani (Mediaset, Sky, Rai e La7) hanno visto i ricavi contrarsi complessivamente del 3,5% (dopo il -7,5% del 2012 e il -2,2% del 2011), essenzialmente a causa della caduta della raccolta pubblicitaria (-9,5%). Mediaset è stata la peggiore (-8,8%), davanti a La7 (-7,3%), Rai (-1,1%) mentre Sky Italia è riuscita ad aumentare i ricavi dell'1,2%. La classifica dei ricavi vede Mediaset in testa con 3,36 miliardi di euro, davanti a Sky (2,85 miliardi) e Rai (2,65 miliardi). Dietro La7 (115 milioni), ormai quinto operatore dopo che Discovery Italia ha incorporato Switchover Media portando a 144 milioni il suo fatturato.
Rai ha accumulato nette per quasi 400 milioni nell'ultimo quinquennio mentre nello stesso periodo Mediaset (che opera anche in Spagna) ha raccolto 571 milioni di utili e Sky Italia profitti per 341 milioni. Sono i dati raffrontati da Ricerche&Studi Mediobanca sui player del settore radio-televisivo europeo e italiano. Nel 2013 però l'emittente pubblica ha ritrovato l'utile e, se in Italia ha fatto meglio di Sky (che ha chiuso in perdita per 48 milioni), nel confronto europeo contro le altre emittenti pubbliche, è stata seconda solo alla Bbc.
Dopo una perdita di 245 milioni nel 2012, la tv di Stato italiana ha chiuso in utile per 5 milioni l'esercizio 2013 e R&S ne segnala «il profilo economico-reddituale relativamente migliore» rispetto alle tv pubbliche francesi France Televisions e alla tedesca ARD che hanno chiuso in perdita. In termini di ritorno sugli investimenti (11%) e di ritorno sul capitale (1,7%) l'emittente italiana supera il gruppo francese e il consorzio delle tv locali tedesche. Dal punto di vista dimensionale, Rai è la più piccola delle tv di Stato prese in esame con 2,647 miliardi di ricavi 2013 a fronte dei 6,4 miliardi di Ard, dei 6% di Bbc e dei 3 miliardi di France Televisions