Sicuramente un passo importante e` stato fatto, perche` finalmente la professione del mediatore creditizio viene configurata nel giusto ruolo che gli spetta, introducendola nel Testo Unico Bancario.
I requisiti per accedervi sono, secondo il decreto, volutamente selettivi, ma la cosa piu` importante e l’ostacolo piu` difficile da superare, non e` certamente quello patrimoniale, come in molti erroneamente continuano a credere.
In realta`, oltre a doversi costituire in Societa` con capitale interamente versato di 120000,00 euro, chi vorra` continuare ad operare nel credito, dovra` fare i conti con tanti altri costi notevoli per adeguarsi agli standards richiesti: coperture assicurative, costi di gestione, back office, compliance, audit, sistemi di controllo dei processi, supporti informatici evoluti, formazione professionale continuativa alla rete.
Oggi e` necessario prendere atto che essere mediatore del credito vuol dire iniziare un percorso di riqualificazione e trasformazione per riuscire ad adeguarsi alla normativa e non continuare ad illudersi di poter svolgere ancora questo tipo di attivita` attraverso cooperative, consorzi e sotterfugi vari, che non fanno altro che dar luogo e creare i presupposti per sanzioni, dissesti ed inibizioni a coloro che invece in questo lavoro ci credono e vogliono svolgerlo in modo professionale.