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Racconta il sito EUNews, che -stando agli ultimi dati della Commissione Europea- la Gran Bretagna si conferma terra di approdo preferita per i professionisti italiani. In testa all’emigrazione professionale si piazzano i medici. Secondo Bruxelles, nell’ultimo decennio su 100 medici europei emigranti, ben 52 (oltre la metà) erano italiani.
Infermieri, insegnanti di scuola secondaria, istruttori sportivi, ingegneri industriali le altre categorie che lasciano -prevalentemente- la Penisola.
Ciò che più preoccupa maggiormente è -come sempre- il saldo netto, tra professionisti che emigrano e professionisti in arrivo: negativo, per l’Italia. Mentre in Germania, UK, Belgio, Repubblica Ceca, Finlandia e Svezia il saldo è positivo.
Tornando al “fronte medici”… conferma la Società Italiana di Chirurgia: tra dieci anni l’Italia avrà una carenza di 34mila chirurghi.
Per paradosso, continuiamo invece ad “esportare” questi giovani chirurghi (come dimostrano i dati UE): basti pensare che uno specializzando italiano guadagna la metà di un collega inglese. Oppure, se sceglie gli Stati Uniti, troverà una strada più raida e più efficace, per formarsi, con una media di duemila interventi operatori nel corso del settennato di apprendimento.
E’ la globalizzazione, bellezza: quando lo capirà, l’Italia, che siamo nel bel mezzo di una guerra per accaparrarsi i migliori talenti?
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