Medicine a basse dosi: meno tossiche ma ugualmente efficaci

Da Olikos

Fonte: Fondazione Umberto Veronesi | leggi l’articolo originale (>>)

Uno studio del Centro ricerche sperimentali dell’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino ha dimostrato che basse dosi di Interleuchina-12 (IL-12) stimolano una corretta risposta immunitaria dell’organismo contro diverse condizioni patologiche e non sono tossiche.

Spesso i farmaci usati per curare una patologia causano importanti effetti collaterali, dovuti alle diverse interazioni che hanno col sistema immunitario e con gli altri organi del corpo umano. Limitarne l’uso, quindi, ai casi strettamente necessari e definire le giuste dosi è quanto mai necessario. Uno studio sperimentale, condotto in vitro, ha dimostrato che la citochina IL-12 a basse dosi  ha un effetto immuno-modulante, ovvero agisce sulle cellule del sistema immunitario riequilibrandone la funzione, senza effetti tossici sulle cellule stesse.

EFFETTI COLLATERALI - E’ quanto hanno osservato e poi pubblicato i ricercatori del Centro di ricerche in Medicina Sperimentale (CeRMS) dell’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino. Sul Journal of Cancer Therapy, infatti, è stato pubblicato uno studio che evidenzia un’importante potenziale applicazione della medicina “low dose” nella cura non soltanto di lievi disturbi e di patologie croniche, ma anche nel trattamento complementare di malattie ben più gravi come il tumore del polmone. Attenzione, non stiamo parlando di omeopatia, ma di “low dose medicine”, ovvero la medicina delle piccole dosi, che utilizza diluizioni fisiologiche di molecole farmacologicamente attive.

LO STUDIO - Oggetto dello studio è il ruolo svolto dall’IL-12 nella modulazione della risposta immunitaria anti-tumorale. I linfociti T, presenti nell’organismo in varie sottopopolazioni (Th1, Th2, T regolatori, T citotossici) sono fondamentali sentinelle del nostro sistema immunitario, ma un loro squilibrio determina spesso una condizione di immunodeficienza come quella presente nei pazienti affetti da tumore. Questa immunodeficienza può essere trattata con l’immunoterapia, che ha come scopo principale quello di attivare o potenziare le difese immunitarie. Generalmente tale terapia si avvale della somministrazione di molecole ad azione immunostimolante, come l’IL-12, ma, a dosaggi alti, causano effetti tossici e spesso costringono i pazienti alla sospensione dei trattamenti. Che cosa accade se si usano invece basse dosi di IL-12? Lo studio ha dimostrato che, se si trattano in vitro le cellule immunitarie prelevate dai pazienti affetti da tumore del polmone con basse dosi di IL-12, si ripristina l’equilibrio tra le diverse sottopopolazioni linfocitarie, stimolando nel contempo altre cellule immunitarie in grado di combattere il tumore. Questi primi risultati andranno sicuramente validati in modelli pre-clinici e se saranno confermati si potrebbe pensare di affiancare la “low dose medicine” ai convenzionali trattamenti anti-tumorali, al fine di migliorarne gli effetti e mantenere il sistema immunitario vigile nella risposta anti-tumorale.

RISPOSTA IMMUNITARIA – L’idea dello studio ha preso avvio a seguito dei risultati ottenuti dal gruppo di ricerca del professor Rumio dell’Università di Milano, che ha dimostrato l’effetto di IL-12, somministrata in combinazione con un’altra citochina (l’interferone gamma), nel riequilibrare le sottopopolazioni linfocitarie e quindi la risposta immunitaria in un modello animale di asma.  «Se questo vale per l’asma – si domandava la dottoressa Ilaria Roato – perché non dovrebbe funzionare nel ripristinare le popolazioni linfocitarie nei tumori, anch’essi caratterizzati da deficit della risposta immunitaria?». Così il team della dottoressa si è messo subito all’opera e ha raccolto campioni di sangue da pazienti che dovevano essere sottoposti ad intervento chirurgico per resezione di untumore del polmone in fase iniziale. Dal sangue di questi pazienti sono state isolate le varie sottopopolazioni linfocitarie, che sono state stimolate in coltura con basse dosi di IL-12, al fine di  valutare se vi fosse qualche effetto stimolante e/o inibente le diverse sottopopolazioni linfocitarie.Un’azione riequilibrante della risposta immunitaria è stata rilevata con una bassa dose di IL-12,pertanto se gli studi successivi confermeranno questi primi risultati, è auspicabile che i malati affetti da tumore del polmone in fase iniziale (pazienti che non hanno ancora metastasi, ovvero una diffusione del tumore in altri organi), dopo l’intervento chirurgico, possano avvalersi di trattamenti con IL-12 a basse dosi per prevenire recidive del tumore.

Edoardo Stucchi


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