Una sala operatoria
Una storia assurda ma, purtroppo, vera.
Un marittimo di nazionalità rumena ha un infarto; viene portato presso un'ospedale di Mestre, dove viene tenuto in vita con le macchine e, a seguito degli accertamenti diagnostici, si rende necessario un trapianto di cuore allo scopo di salvare la vita del paziente.
Ma il cardiochirurgo padovano chiamato per fare gli accertamenti e trasferire il paziente a Padova , appresa la nazionalità del paziente, nella cartella clinica dà il nulla osta al trasferimento del paziente in Romania affinchè continui le terapie e si metta in lista per il trapianto. La giustificazione è stata che "stando alle indicazioni del Nord Italia Transplant, i cuori degli italiani vanno dati di preferenza agli italiani".
Il problema è che il paziente ha avuto un infarto devastante ed è tenuto in vita dalle macchine. Pertanto, un trasferimento in un luogo così lontano è assolutamente da evitare. In più, ha urgente necessità di un trapianto di cuore.
La vicenda ha generato attriti tra l'Ulss 12 di Mestre e l'Ospedale di Padova.
In ogni caso, l'equipe dell'Ospedale di Mestre si è messa in contatto con un'ospedale di Udine; un medico si è prontamente recato nellastruttura ospedaliera, ha fatto gli accertamenti, ha constatato l'urgenza del trapianto di cuore e fatto trasferire il paziente in Ospedale di Udine, dove è stato effettuato l'intervento chirurgico e gli è stata salvata la vita.
E' importante precisare che il cittadino romeno è a tutti gli effetti un cittadino europeo - come tale avente diritto ad avvalersi del Servizio Sanitario Nazionale di tutti i Paesi -. In più, è regolarmente assunto da una società italiana, che ha pagato tutto quanto necessario perchè abbia l'assistenza sanitaria nelle strutture ospedaliere italiane (come stabilito dalla legge).
A questo punto una domanda sorge spontanea: ma che fine ha fatto il caro, vecchio giuramento di Ippocrate?
Roma, 23 agosto 2012
Avv. Daniela Conte
Studio Legale Avv. Daniela Conte & Partners
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