La malattia è il segnale di un’attuale o incipiente e progressiva disarmonia. Un modo per guarire è ritrovare la “via” che ci consente di superare il dualismo implicito nella natura apparente degli esseri e delle cose. Riuscire, cioè, a percepirne l’essenza unica.
Quando si tira in ballo il vero benessere, parliamo, pertanto, di un benessere che coinvolge contemporaneamente la sfera fisica, psichica e sociale di ciascuno di noi. Parliamo di gioia, o di felicità. La via della guarigione, se è veramente tale, deve essere un percorso che porta al benessere globale, quindi, alla gioia ed alla felicità.
Si evince che ciascuno di noi ha il dovere di apprendere i segreti e di impegnarsi a conoscere ed a sviluppare le capacità che portano a dare ed a ricevere gioia.
Non dimentichiamo, che la pratica meditativa è forse il metodo più idoneo, assieme alla preghiera, per entrare in sintonia con la dimensione della ricettività umile, con il mistero dell’esistenza. Essa, la meditazione, rimane comunque il compimento indispensabile di qualunque speculazione teorica.
Sulla meditazione si basano: lo Joga, gli Osho Chakra e Mandala, la Scienza Cristiana, il Qi Gong Taoista, i Vipassana e Zen Buddhisti ed infinite pratiche New Age e sciamaniche.
Quando cerchiamo di crescere spiritualmente, tentando di diventare canali per la guarigione, entriamo su un suolo sacro. Poiché veniamo a contatto con la Prima Causa, Dio, quando eleviamo la nostra coscienza e cerchiamo di elevare le vibrazioni in un’altra persona per facilitare la guarigione. Questo è ciò che la ricreazione, la rigenerazione stanno a significare.
Se la mattina non ci alziamo con entusiasmo, pronti ad accogliere con gioia il nuovo giorno, se la sera non andiamo a letto stanchi, sazi e soddisfatti della giornata, se non illuminiamo il nostro cammino ed il cammino di chi ci sta accanto, se non siamo felici e, soprattutto, gioiosi di vivere, pur con tutte le difficoltà che la vita ci riserva, allora abbiamo bisogno di guarire ed abbiamo, soprattutto, bisogno di investire su di noi e di impegnarci a percorrere la via della guarigione. Se non si è in uno stato di gioia e se non si riesce a diffondere benessere, vuol dire che si ha bisogno di un percorso per guarire.
Secondo i saggi toltechi dell’antico Messico, “imparare a camminare è imparare a vivere”. I principi filosofico-spirituali di questa antica tradizione sciamanica vengono applicati alla nostra azione più naturale, il camminare, facendone un valido strumento per ottenere un duraturo benessere psicofisico. Alcuni studiosi hanno identificato ben 45 semplici esercizi di “meditazione in movimento” che consentono di imparare a camminare in modo da sviluppare l’attenzione, espandere la coscienza, acquietare la mente, aumentare il benessere, rafforzare lo spirito di gruppo, vincere la solitudine, ritrovare armonia ed equilibrio e favorire la visione notturna.
In conclusione, la malattia od il benessere fisico, psichico e sociale non sono eventi fortuiti, ma hanno sempre delle cause e sono sempre la conseguenza di scelte nostre o di qualcun altro. Allo stesso tempo, ogni individuo ha il diritto alla salute ed alla gioia, ma ha anche il dovere corrispondente di impegnarsi per imparare cosa deve fare per raggiungere questo obiettivo.