Osservo questo mare, Mediterraneo di navi, sogni e promesse artificiali. Voci d’uomini sulla prua, aggrappati alla balaustra, gridano i nomi di chi è rimasto a terra. L’orizzonte è una scia tremula, toccata dalle nuvole e dai motoscafi. Ho sentito cantare i pescatori fermi sulla spiaggia. Le reti calate nell’azzurro, gli occhi segnati dagli incavi rugosi di giorni andati. Giorni lontani. Dimenticati. È il nostro tempo quello. Consumato dalle onde e assiepato in fondo all’anima. Dicono che chi va via, non ritorna mai qui, su quest’isola carezzata dalle nubi. La cancellano presto. Ma io non credo alle leggende. E allora ti aspetto, ogni mattina, avvolta da un’alba incolore.
Foto di Alessandro Dozer Fondaco
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