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Mediterraneo: un mare di orrore. Odissee di migrazioni tra sevizie, omicidi e riti vodoo

Creato il 01 dicembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Mediterraneo: un mare di orrore. Odissee di migrazioni tra sevizie, omicidi e riti vodooMediterraneo cimitero liquido, Mediterraneo frontiera liquida. Le odissee quotidiane dei migranti narrano di violenze, sevizie, morti, annegamenti, suicidi ed omicidi, voci inascoltate che talvolta nessuno raccoglie. Odissee quotidiane vissute a bordo di quelle carrette del mare dove i moderni Caronte aiutati dal malaffare si travestono da orridi aguzzini. Talvolta però capita che le voci di quei racconti vengano ascoltate e così partono le indagini, testimoni hanno fatto agli investigatori una sorta di racconto dell’orrore.

Uno dei tanti viaggi nelle acque del Mediterraneo, uno dei quotidiani forse, accade ad Agosto, quando nel pieno della “guerra umanitaria” partono da lidi libici dei migranti,   367, sbarcano dopo qualche giorno, il 24 agosto,  a Lampedusa e lo scafista viene arrestato nell’immediatezza, si apre una inchiesta che termina qualche mese dopo, ed infatti il 30 di novembre finiscono in manette 3 nigeriani e 2 ghanesi: l’accusa è quella di omicidio plurimo e doloso. Durante la traversata, nei pressi del Canale di Sicilia avrebbero gettato in mare alcuni maghrebini. Il barcone era già stracarico, alcuni migranti erano già morti per asfissia, il motore era in avaria e tra i vari gruppi etnici presenti sul natante era scoppiata una diatriba. La maggioranza dei presenti sul barcone pare fosse di origine centrafricana e, probabilmente si era scelto di sacrificare i magrebini così è che vengono gettati in acqua alcuni nordafricani, circa 15, e, a quanto pare, molti di loro erano ancora vivi. Le indagini sono durate circa 3 mesi ma gli agenti della squadra Mobile di Agrigento in collaborazione con le questure di Taranto, Napoli, Caserta, Avellino e Reggio Calabria, hanno arrestato tre ghanesi, Faisal Igala di 37 anni, Mohamed Adama di 28 anni e Kujo Ahmokugo di 44 anni, e due nigeriani Emeka Ohalete di 38 anni e Douglass Ounchukwu di 35 anni. I provvedimenti di fermo sono stati firmati dal procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo e dal sostituto procuratore Andrea Bianchi. Le cinque persone arrestate erano in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari ed erano ospitati in strutture di accoglienza, due a Palinuro, in provincia di Salerno, uno a Cosenza e altri due in un albergo di Enna.

I racconti di quell’agostano viaggio sembrano tratti da libri d’horror, invece si tratta semplicemente dell’ordinaria ferocia umana che probabilmente tante volte viene semplicemente celata per paura di ritorsioni.   Alcuni sopravvisuti hanno raccontato che i centrafricani avrebbero iniziato a fare dei riti, a dire delle preghiere, individuando tra i magrebini coloro che erano responsabili di aver portato l’influsso negativo da cui era derivato il blocco al motore. Insomma riti vodoo, magie antiche, esoterismo nefasto. Ma questo i giovani magrebini lo avevano denunciato immediatamente giunti a Lampedusa indicando uno dei ghanesi, oggi in manette. Sembra infatti che proprio uno dei ghanesi avesse preso un marocchino, e, dopo averlo immobilizzato con una corda lo avesse trasferito nella stiva, orrendamente seviziato, e percosso, ma a quanto pare ci sarebbero state pure una serie di ripetute violenze sessuali. Dopo ben 7 ore di horror, il giovane sarebbe stato gettato in mare ancora legato. E’ stato  anche riferito poi che alcuni degli scafisti per sottrarsi a tanta violenza hanno deciso volontariamente di abbandonare il peschereccio e dopo avere indossato dei giubbotti di salvataggio, si sono gettati in mare. Il caso però oltre che essere uno dei più efferati denunciati nel 2011, risulta anche avere notevoli complicanze dell’applicazione del diritto, infatti sarà complicato poter operare, poichè il reato non è dato sapere dove è stato commesso, e, pare ci sia una particolare diatriba sulla questione della acque, se si stabilirà che è stato compiuto in zona italiana sarà la legge del nostro Paese a prevalere, in caso di acque internazionali allora la cosa passerà ad altri Stati.

 


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