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Megadiscarica d’amianto in val Brembana: mozione durissima della Comunità montana (“c’è rischio di frane”) e risposta della Unicalce spa

Creato il 25 maggio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Perché mai la proposta di un privato, finalizzata senza il minimo dubbio al massimo guadagno possibile, dev’essere tutelata più del territorio e della salute dei cittadini? Solo perché l’idea è piaciuta a Berlusconi-Formigoni, alleati sin dalla metà degli anni Settanta? L’Eco delle Valli, si parla ancora di Val Brembana e di Sedrina, Comune confinante con Zogno, ha riportato in questi ultimi giorni la mozione della Comunità montana e la risposta della Unicalce spa, la società che non ritiene che ci sia pericolo di frane, come invece sostenuto dal comitato spontaneo e dalla Comunità. Che addirittura si discuta se il pericolo di frane c’è o no mette angoscia. Il problema evoca il Vajont, dove non doveva esserci frana e invece ci fu. Possibile che dubitando di qualunque cosa si possa procedere verso il guadagno? Come può non esserci una risposta scientifica? E se c’è come pare – se no chi guida la Comunità montana si espone a una figuraccia incredibile – come potrà la Conferenza dei servizi dire sì alla Unicalce? Si sa che fine fanno le prescrizioni che impongono al controllato di autocontrollarsi, quando ha altro da fare. Ma allora come si smaltiranno le grandi quantità d’amianto che ci sono in Lombardia? Possibile che dopo anni e anni non si riesca a decidere? L’amianto sui tetti è un pericolo eccome. Ma le discariche non si sono dimostrate sicure. Non c’è sostenibilità sociale. La sola parola “amianto” evoca morte. Perché esporsi a rischi simili? Poi la risoluzione europea in merito non lascia grandi dubbi.

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