‘Meglio male accompagnati che soli’

Creato il 23 ottobre 2010 da Alesha

Che sia perché siamo rimasti senza amici o senza compagno, senza famiglia o senza il supporto di qualcuno che ci dia una pacca sulla spalla ogni volta che facciamo qualcosa di buono, ognuno di noi nel proprio piccolo teme costantemente di perdere qualcosa o qualcuno di importante; è inevitabile,ci affezioniamo a persone e situazioni e ci abituiamo presto a stare bene…un po’ meno presto ad affrontare le difficoltà.

E così quando un amico ci abbandona ci sentiamo traditi, quando il ragazzo ci lascia ci guardiamo allo specchio e ci vediamo uno straccio, quando siamo nel bel mezzo di un problema ci sembra sempre di essere circondati dal nulla.
Ma esistono dei rimedi alla solitudine, specie a quella che ci avvolge quando finisce una storia che dura anni; cito questa eventualità perché per noi ragazze è sempre un discorso piuttosto delicato voltare pagine, specie dopo aver investito una dose considerevole di amore e passione per mettere su una relazione stabile.
Non è mai facile guardare oltre a prescindere dalla natura della rottura, ma quello che ho capito dal comportamento di persone a me vicine è che la prima soluzione a cui si pensa appena una storia finisce è….aprirne una nuova.
Il più delle volte molte ragazze (ma anche ragazzi) utilizzano il rimedio del ‘chiodo schiaccia chiodo’ per sentirsi meglio, convinte che per cancellare anni bastino un paio di ore ma l’unica cosa che si guadagna schiacciando un chiodo è solo un buco più grande del precedente in cui diventerà impossibile piantare qualcosa.
Siamo in tanti a non capirlo. E’ come quando scopri di essere allergico al cioccolato e lo sostituisci con qualcos’ altro per non rinunciare alla sua dolcezza…eppure il cioccolato ti mancherà sempre e nulla sarà mai al suo pari.
Okay, forse sto scadendo in frasi alla Fabio Volo ma vedete, quello che vorrei tanto vedere in noi donne è la forza di andare avanti facendo affidamento solo su di noi e sulla nostra forza, perché tante volte nella vita ci ritroveremo da sole e questo accadrà sicuramente nei periodi più bui, quando vorremmo più di ogni altra cosa una mano amica da stringere.
Ci sono ragazze che si lasciano cadere il mondo addosso quando perdono qualcosa e, lo ammetto, anche io ho fatto parte della schiera.
Ma in qualità di donna che convive da anni con periodi intensi e pieni di persone a mesi infinitamente lunghi in cui si sente talmente sola e abbandonata da voler andare a chiedere la carità sulle scale di qualche chiesa posso assicurarvi che di solitudine non si muore…a meno che non vi lasciate morire di proposito arrendendovi al suo potere.
Quando perdiamo un amico o un amante (e badate che col termine ‘perdere’ intendo essere abbandonati da una persona cara, non dover convivere con l’immenso dolore che si prova invece quando qualcuno di caro muore) l’unica soluzione accettabile da contemplare è andare avanti. Questo non vuol dire tenersi dentro le lacrime e la frustrazione in quanto è importante esternare i propri sentimenti ma non bisogna lasciarsi sopraffare dalla tristezza che si evolve in depressione e ancora più rapidamente si evolve in una perdita progressiva della voglia di vivere…
Concediamoci quindi tutto il tempo di cui abbiamo bisogno per guarire, lecchiamoci le ferite da sole ogni volta che una canzone o un passo di qualche libro le riaprirà facendole sanguinare un po’, impegniamoci e stringiamo i denti, dormiamo e mangiamo di più se questo ci fa stare meglio…e poi fissiamo una scadenza al nostro malessere: dopo un paio di settimane passate a crogiolarsi nel dolore (e a volte fa bene anche questo), abbracciamo l’idea che adesso siamo sole, ma non di certo abbandonate. Chiunque su questa Terra ha un amico, se non ci sono amici c’è la famiglia, c’è il cane, ci sono i passatempi.
Ho voluto scrivere questo articolo (che non è tanto un articolo quanto un consiglio) perché ci sono giornate in cui, nonostante abbia la fortuna di possedere ciò che è davvero importante, mi sento così sola da non sapere a chi confessarlo. Eppure i momenti di solitudine estrema, quando sono stata lasciata o ferita, mi sono serviti.
Mi sono serviti perché adesso quando ne incontro uno mi rilasso e mi lascio cullare dalla malinconia come se fosse un’onda…perché senza bisogno di previsioni a lungo termine, so da sola che quell’onda prima o poi mi riporterà a riva.

Martina

‘Solitudine non è essere soli, è amare gli altri inutilmente’ (cit)


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