Meglio una “lega” di un “bunga bunga”?

Da Fabio1983
È della scorsa settimana la notizia che un consigliere comunale leghista di Castel San Pietro Terme, Gino Volta (professione barista), ha regalato a Sara Brunori, sindaco Pd, uno slip con disegnato un fumetto recante la scritta “Fammi una lega”. Tuttavia, il sindaco non è rimasta entusiasta di cotante attenzioni. Ne ha scritto anche Gad Lerner, sull’ultimo numero di Vanity Fair, facendo notare come “in paesi più progrediti del nostro chi oltrepassa i limiti del reciproco rispetto viene invitato a dimettersi dai suoi stessi colleghi di partito”. E ha ragione Lerner. Soprattutto perché all’estero sesso e politica, pure per una questione di rispetto nei confronti dei cittadini, è un binomio che il più delle volte cozza. Senza scomodare il solito Clinton, impegnato in queste ore nella campagna democratica in vista delle elezioni di medio termine del 2 novembre, basti pensare alla povera ex ministro degli Affari interni del Regno Unito, Jacqui Smith, la quale si è vista costretta alle dimissioni a causa, tra le altre cose, di un paio di film porno acquistati in pay per view dal marito (sempre “leghe” sono) e inseriti nel computo dei rimborsi spese del Parlamento. Al confronto, quindi, il dono dell’assessore leghista è poca roba, se non altro perché fine a se stesso. E in virtù di queste ragioni, nonostante il gesto poco galante, vorrei spezzare una lancia a favore del Volta. Immaginate la reazione qualora la signora Brunori avesse letto la frase “Facciamo un bunga bunga”. In tal caso, ormai è risaputo, sarebbero stati dolori.

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