E' quel tipo di giornalismo per cui Melania Rea è solo Melania, Sarah Scazzi è solo Sarah, Yara Gambirasio è la piccola Yara, Maricica Hahaianu è l'infermira rumena, Heather Barnett è la sarta, Elisa Claps è spesso semplicemente Elisa. Quel tipo di giornalisti per cui Michele Misseri è zio Michele, Sabrina Misseri è semplicemente Sabrina e Cosima Serrano è semplicemente Cosima.
Non fraintendetemi, non penso che il cognome sia fondamentale per farci capire chi è una persona, a darmi fastidio è il fin troppo palese tentativo di presentarle come vecchie amiche, persone care, donne e uomini di famiglia, allo scopo di provocare delle emozioni nel pubblico e tenerlo incollato allo schermo. Lo trovo insopportabile da parte di chi, non solo non le ha mai sentite nominare prima che scomparissero o sparissero, ma, soprattutto, ne sfrutta la tragedia per fare ascolti (eviterò di commentare a tale proposito l'espressione da cronaca strappalacrime della signora Barbara d'Urso che non merita vengano speso ulteriori parole).
La settimana scorsa ho sentito un'inviata addirittura vantarsi di avere ormai stabilito con Salvatore (Parolisi, marito di Melania Rea n.d.r.) un rapporto di quasi amicizia legato alle frequentazioni ormai frequenti per via di servizi, interviste e quant'altro.
Rabbrividisco quando sento certe cose, così come sono rabbrividita quando quello stesso tipo di giornalisti, dopo che è stato trovato il corpo di Yara Gambirasio ha velatamente accusato i genitori di non averne favorito il ritrovamente prima, per il fatto di avere richiesto il silenzio stampa e non aver permesso a loro di riempire mattine, pomeriggi e nottate delle loro chiacchiere sulla loro bimba.
Dignità. Ogni volta che sento qualcuno nominare in quel modo Melania, Sarah o Yara ho la sensazione che stiano togliendo loro un pezzetto di dignità, come se non bastasse già aver perso la vita.
Mi fanno ribrezzo, mi fanno schifo. Ma mi fa ancora più specie pensare che ci siano in Italia milioni di persone che si attaccano al video all'ascolto e alla ricerca dell'ultimo pettegolezzo su persone che non possono più in alcun modo difendersi.
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