Michele Rea,fratello di Melania, in particolare, non crede che quanto emerso in questi ultimi giorni possa davvero cambiare la situazione: “La targa dell’automobile non era quella di Salvatore. Quanto ai capelli, Melania è stata lì un paio di giorni. Quindi, una folata di vento e questi capelli le sono capitati addosso”. Il fratello di Melania chiede poi maggiore rispetto verso gli inquirenti: “Non possiamo sminuire il lavoro fatto dalla Propcura in tre mesi. Dobbiamo andarci con i piedi di piombo come siamo andati fino a oggi”.
Intanto dalla nuova ordinanza emergono dubbi sul movente passionale. La Repubblica scrive che Melania potrebbe essere stata uccisa anche perché venuta a conoscenza di un segreto particolare, qualcosa di inconfessabile, forse riconducibile al mondo della caserma in cui il marito era istruttore di soldatesse. Intanto le indagini proseguono e emerge la possibilita che il telefonino di Melania sia stato manipolato. Sembra infatti che il magistrato abbia definito incompatibile con l’aggressione la posizione in cui il cellulare è stato ritrovato. In merito al falso alibi sembra infatti che il 18 aprile Salvatore non sia mai stato a Colle San Marco, dove aveva riferito di aver portato Melania e la loro figlioletta. E il militare ha cercato sua moglie troppo tardi, se è vero che il suo telefonino era spento nel tempo in cui la donna “scompariva” e veniva riacceso solo poco dopo l’arrivo di Parolisi a Colle San Marco, quando un minuto dopo l’uomo chiama sul cellulare la moglie, che a quel punto è già morta, come ha accertato l’autopsia. Dall’ordinanza poi emergerebbe un buco nella narrazione di Parolisi. Infatti si noterebbe che il 19 aprile mattina, tra le telefonate alla sua amante Ludovica non andate a buon fine, Salvatore “scompare” per un’ora. Per l’accusa è in quell’ora che il caporalmaggiore organizza la messinscena della siringa e dei colpi inferti al corpo di Melania post-mortem. Intanto gli avvocati della difesa hanno già annunciato che andranno al riesame.
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